Multipolarità è la parola chiave che contraddistingue il mercato della televisione italiana fotografata nell’edizione 2024 dell’Annuario della TV realizzato da CeRTA (realizzato da CeRTA dell’Ateneo in collaborazione con Auditel, APA, Sensemakers, Comscore, Nielsen, UPA, Confindustria Radio Televisioni, eMedia e col patrocinio di AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e presentato oggi a Milano presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. È un mercato, quello della televisione italiana, che mostra forti segni di resilienza e cresce grazie ai consumi in streaming, quelli della Total Audience, che dal 2025 diventeranno il nuovo standard Auditel: «un dato dinamico, fondamentale dal punto di vista della cultura di impresa e del settore», come ha dichiarato Federico Di Chio, Direttore Marketing Strategico Gruppo Mediaset. Ed è proprio in virtù di questa capacità che rende quella italiana un’eccezione rispetto ai mercati internazionali, che i protagonisti tendono sempre più a scegliere, come termine, la definizione di streamcaster, rispetto a quella di broadsaster.
PERCHÉ TV MULTIPOLARE
«La tv», ha confermato Massimo Scaglioni, direttore CeRTA, «non è solo resiliente, ma sempre più multipolare, più ricca e articolata dal punto di vista degli attori». Accanto ai big come Rai, Mediaset o Sky, nel settore cresce la presenza delle piattaforme internazionali di streamer, che contribuiscono all’ascolto “non riconosciuto” di Auditel, e che nell’anno solare 2024 (primi 11 mesi, fino al 15 novembre 2024), ha raggiunto nell’intero giorno 1,8 milioni di spettatori, per una crescita del 4,3%. Il dato Total Audience, destinato a diventare la nuova currency, integrando il consumo sullo schermo televisivo tradizionale con quello su tutti gli schermi connessi in rete, in modalità di streaming, vede un +1,1% sullo stesso periodo. La Total Audience vede inoltre crescere i cosiddetti “terzi poli”: WarnerBros. Discovery aumenta il proprio ascolto nell’intero giorno del 10,5% rispetto allo scorso anno solare, mentre La7 cresce del 10,1%.
I CONSUMI NELL’ERA DELLA SMART TV
Nell’anno solare 2024 il consumo medio di televisione si attesta sulle 4 ore: 3 ore e 16 minuti sono dedicati al consumo “tradizionale” (i canali tv) e 44 agli altri consumi sul televisore (dalle piattaforme Svod al gaming/gioco, navigazione etc). Proprio il consumo on demand degli editori (Rai, Mediaset, Sky, WarnerBros Discovery, Cairo/La7) cresce, grazie al raddoppio dell’importanza della Smart tv. Nel corso della stagione analizzata dall’Annuario (settembre 2023-agosto 2024) il consumo da Tv connessa dei canali dei principali editori (Rai, Mediaset, Sky, WBD, Cairo/La7) varca la soglia media dei 100.000 individui per i soli contenuti fruiti on demand (media AMR intero giorno). Secondo gli ultimi aggiornamenti della Ricerca di base Auditel sono oltre 20,2 milioni i televisori connessi, tema che rende sempre più importante la questione della prominence, sollevata anche da Rosario Donato, direttore generale di Confindustria RadioTv: «La prominence è un problema competitivo e concorrenziale. Parlare di televisione significa anche fare in modo che quei prodotti e quell’offerta siano effettivamente fruibili»
L’OFFERTA TELEVISIVA NEI NUMERI DELL’ANNUARIO
E poi c’è la ricchezza dei contenuti: l’offerta originale realizzata da editori e piattaforme nell’ambito dei generi unscripted e scripted si declina in oltre 18.000 ore di contenuto first run (al netto delle repliche), cui si dovrebbero aggiungere altre 10mila ore di news (per le sole prime nove reti nazionali). La spina dorsale dell’offerta originale, soprattutto delle reti, è fatta dalle nove categorie di genere che caratterizzano l’unscripted (sono state censite 17.384 ore di prodotto, nella stagione 2023-24). Per la produzione scripted (serie, film per la tv e le piattaforme, docu-drama e prodotti kids & early teens) si parla di 746 ore di prodotto.
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