Battuta d’arresto nell’iter del ddl Gentiloni. La richiesta del centrodestra di unificare l’esame del ddl con i provvedimenti di riforma del servizio pubblico televisivo annunciati dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni non è stata accolta, perché il ministro ha presentato soltanto degli indirizzi che daranno il via a un ampio confronto extra-parlamentare. Lo spiega Michele Meta, presidente della commissione Telecomunicazioni, al termine dell’ufficio di presidenza congiunto delle commissioni Telecomunicazioni e Cultura di Montecitorio, nel corso del quale si è convenuto di far precedere le relazioni sul ddl da un’audizione del ministro Gentiloni. «Si tratta di due provvedimenti distinti che hanno una loro specificità», precisa Meta, «poiché il primo regola il mercato televisivo e il secondo riguarda la riforma della Rai. La discussione unificata sarebbe un’inutile forzatura e allungherebbe all’infinito i tempi di modifica della legge Gasparri per adeguare la nostra legislazione alle disposizioni giurisprudenziali e comunitarie». La data dell’audizione non è stata ancora fissata, ma potrebbe svolgersi giovedì mattina, seguita poi dalle relazioni o nella stessa giornata o martedì prossimo alla ripresa dei lavori parlamentari.
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