L’avvento dell’intelligenza artificiale sta rivoluzionando ogni aspetto della nostra società, inclusi i concetti fondamentali del diritto d’autore. Si è parlato di questo tema durante il TEDxCortina (Col Gallina, 23 agosto 2024) con Luna Bianchi, cofondatrice e co-Ceo di Immanence, azienda che si occupa di valutare l’impatto etico di IA e tecnologie digitali (nella foto). Secondo Bianchi, il concetto di copyright, nato durante la Rivoluzione francese con l’obiettivo di tutelare gli autori e incentivare la creazione artistica, oggi è diventato un tema critico nel contesto della trasformazione digitale, perché le esigenze che giustificavano tali norme non sono più attuali: «La rivoluzione algoritmica ha cambiato radicalmente il modo in cui le opere vengono create, distribuite e consumate.
Ed è proprio sul diritto d’autore che big tech e multinazionali si giocano il potere, distorcendo così l’originaria finalità del diritto d’autore». Uno dei punti più critici riguarda «il corto circuito» che si viene a creare quando diritto e tecnologia si scontrano: qualsiasi utilizzo di un’opera dovrebbe richiedere consenso e garantire compensi a chi ha creato quell’opera e ne detiene i diritti originali. Questo principio, tuttavia, è oggi messo in discussione proprio dalle prassi – quindi regole di fatto – che le big tech vogliono consolidare, e che tendono a favorire principalmente gli interessi privati, legati al profitto, di chi sviluppa gli algoritmi.
La sfida, quindi, non è solo di aggiornare il diritto d’autore, ma di ridefinirlo per rispondere alle esigenze di giustizia sociale nel contesto moderno. Bianchi propone di trasformare l’intelligenza artificiale in un bene comune, orientato al benessere collettivo. In altre parole, l’IA dovrebbe uscire dalle logiche di mercato per diventare uno strumento funzionale alla creazione di un bene pubblico, capace così di ridisegnare – e riequilibrare – le regole del copyright per adattarle al nuovo contesto. In questo panorama, è cruciale ripensare il diritto d’autore non solo come una tutela economica per i creatori, ma come uno strumento per garantire l’accesso equo e la condivisione delle risorse digitali.
La sfida è complessa, ma imprescindibile: si tratta di immaginare un nuovo modello di protezione dei diritti, che permetta di costruire una società più giusta ed equa, dove l’IA e i dati siano al servizio del bene comune e non del profitto di pochi.
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