Act si oppone «a qualsiasi ipotesi di tassa o altri tipi di contributi diretti per finanziare lo sviluppo delle infrastrutture di comunicazione in Europa». In una dichiarazione ufficiale Act, l’associazione delle tv commerciali e vod (TF1 non avrebbe però approvato la presa di posizione), ha espresso la sua preoccupazione in merito all’ipotesi di una tassa che vada a finanziale le infrastrutture telecom. «Ci rendiamo conto della necessità di infrastrutture tlc forti e largamente disponibili in Europa che, tra le altre cose, aiutino i consumatori ad avere accesso a servizi tv e vod di alta qualità». Una tassazione aggiuntiva porterebbe però conseguenze indesiderate per il settore, secondo Act, «anche sui diritti dei consumatori e sul principio della neutralità della rete». Un’opzione, dunque, «inaccettabile».
Nella sua nota, Act ricorda infatti gli obblighi di investimento a cui sono già soggetti broadcaster e servizi on demand a supporto della cultura e diversità in Europa. “Al contrario, tali obblighi non si applicano alle piattaforme di condivisione video e ai social network (come YouTube, Facebook o TikTok), che beneficiano di grandi asimmetrie normative e con cui i fornitori di servizi media audiovisivi sono ora in diretta concorrenza”.
Act chiede dunque ai responsabili politici europei «di respingere le richieste di “fee” di rete o di contributi diretti da versare alle società di infrastrutture di telecomunicazione, e invitiamo le istituzioni a considerare attentamente le implicazioni più ampie prima di intraprendere qualsiasi azione che possa avere un impatto diretto o indiretto sulla stabilità e sulla sostenibilità dell’industria audiovisiva europea (e sui diritti dei consumatori) nel suo complesso».
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