Come sarà la pubblicità di Disney+ e di Netflix? Se Disney+ ha già programmato il lancio d’inizio della nuova offerta avod (l’8 dicembre negli Usa), si rincorrono invece le indiscrezioni su quale forma prenderà la proposta di Netflix e Microsoft. Nel dettaglio, quanto sappiamo finora.
DISNEY+ PUNTA SUI BUNDLE
L’abbonamento con pubblicità di Disney verrà lanciato l’8 dicembre negli Usa. La proposta prevede due tipi di offerta: pacchetti standalone (solo Disney+, Hulu o Espn+) oppure piani bundle, che uniscano Disney+ con Huli e/o con Espn+. Come si può evincere dalle tabelle (fonte Disney), il pacchetto base Disney+ costa 7,99 dollari contro i 10,99 del pacchetto premium. Non è previsto, però, un abbonamento annuale. Hulu costerà 7,99 dollari (vs 14,99 premium) e Espn+ 9,99 dollari (non è previsto un abbonamento mensile, ma un prezzo per evento, segno della volontà di massimizzare la raccolta pubblicitaria sugli eventi sportivi).
I piani Bundle sono esclusivamente mensili e costano 9,99 dollari per Hulu e Disney+, 12,99 con l’aggiunta di Espn+ e 14,99 dollari per il pacchetto Legacy (Disney+ senza pubblicità, Hulu e Espn+ con pubblicità). Espn+ ha sempre la pubblicità, come mostra il pacchetto premium da 19,99 dollari.
Se si aggiunge anche la tv live, i prezzi crescono: 69,99 dollari per l’offerta base con pubblicità (Disney+, Hulu e Espn+).
NETFLIX: FRENO SU DOWNLOAD E KIDS TV?
Non si conoscono ancora le politiche di prezzo di Netflix. Secondo indiscrezioni, però, l’offerta avod di Los Gatos avrà una fondamentale differenza – oltre che di listino – con il servizio svod. Netflix dovrebbe infatti eliminare la possibilità di scaricare i contenuti per la visione online. Bloomberg riferisce che la novità sarebbe inserita in un codice nella app per iPhone. Il codice indicherebbe inoltre che non sarebbe possibile skippare la pubblicità. Ci si potrebbe dunque aspettare un prezzo più competitivo rispetto all’offerta svod base? Sempre secondo Bloomberg Netflix starebbe valutando di escludere la pubblicità sui programmi per bambini (diversi studios avrebbero posto il veto) e sui nuovi film (cosa che preoccuperebbe vari filmmaker). Ricorda inoltre Bloomberg che Netflix può inserire la pubblicità nei programmi di sua proprietà, mentre non ha i diritti su tutti i contenuti di terze parti. La società starebbe dunque negoziando con gruppi quali Sony Pictures Television, Paramount Global e WarnerBros. Discovery su tali diritti. Va ricordato inoltre, come dichiarato anche dal co-Ceo Ted Sarandos, che non tutti gli show attualmente in catalogo saranno disponibili nella versione con pubblicità. Secondo alcuni analisti, la vendita di pubblicità su Netflix potrebbe generare tra i 3 e i 4 miliardi di dollari l’anno.
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