Nei prossimi cinque anni proseguirà la migrazione degli italiani sui servizi Ott, anche se la pay tv resterà la principale fonte di ricavi. A dirlo è un recente report di Omdia dal titolo Italy: Trends in Pay TV and Online Video – 2021, pubblicato da Tbi Vision. Nel 2020 gli operatori Ott streaming hanno visto crescere di 4 milioni i propri abbonati, arrivando a quota 11,2 milioni. Sono invece diminuiti di 127.750 gli abbonati alla pay tv, fermandosi a meno della metà del totale degli abbonati agli streamer.
OTT SEMPRE PIÙ PRESENTI
Netflix resta il player dominante: sia Netflix che Disney+ hanno visto crescere la propria base di circa un milione di clienti ciascuno. Netflix avrebbe beneficiato dell’accordo di distribuzione con Sky, ma la sua crescita sarebbe stata rallentata dal lancio di Disney+ e dalla pandemia. Omdia evidenzia però anche la forte crescita di Prime Video e Dazn sul mercato italiano.
LA PAY TV
Sky resta il player dominante, contando il 78% dei ricavi totali da pay tv. La media company ha però vissuto il contraccolpo dell’interruzione degli eventi sportivi a causa della pandemia e dalla perdita dei diritti sportivi principali (sono seguiti, però, accordi di sublicenza come quello con Dazn e altri operatori, ndr.). Secondo gli analisti, questo passaggio sul fronte dei diritti sportivi sta quindi inasprendo il declino del ruolo tradizionale della pay tv nel mercato italiano del futuro. Le soluzioni messe a punto sono quelle di trasformarsi in “super-aggregatori” di streamer di terze parti (si veda la presenza su Sky Q di brand come Netflix, Disney+ e prossimamente Paramount+) e di incrementare gli investimenti in produzioni originali.
Ndr.: potete trovare un approfondimento sul ruolo dei super-aggregatori sul numero di maggio di Tivù
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