Il turismo passa (anche) dalla tv

L’audiovisivo, e in particolare l’unscripted, ha un effetto positivo sul mercato. Come spiega la quarta edizione di Comunicazione, Media e Turismo, realizzata dal CeRTA, Cattolicaper il Turismo e Publitalia ’80

 L’audiovisivo conferma il suo effetto positivo nei confronti del turismo. È una delle evidenze emerse in Strade itinarranti. Mappe, pratiche e percorsi di comunicazione del turismo esperienziale, quarta edizione del progetto di ricerca Comunicazione, Media e Turismo, realizzata da CeRTA in collaborazione con Cattolicaper il Turismo e Publitalia ’80.

Film, serie, fiction, programmi e pubblicità infliuiscono sui flussi turistici e sulla generazione di attrattività e notorietà anche per destinazioni non convenzionali narrate in modo genuino ed “esperienziale”. Infatti, come emerge dalla ricerca, il turismo esperienziale e non convenzionale è sempre più scelto dagli italiani. Si parla di circa 35 milioni di persone (il 75%) che nel corso di un anno pianificano almeno un viaggio o una vacanza è alla ricerca di esperienze non convenzionali. Motivazioni culturali, sportive, enogastronomiche, spirituali e di benessere in generale guidano infatti oltre il 50% delle presenze domestiche in località turistiche durante l’anno.

Fonte: Strade itinarranti. Mappe, pratiche e percorsi di comunicazione del turismo esperienziale”, quarta edizione del progetto di ricerca “Comunicazione, Media e Turismo” – CeRTA

L’audiovisivo si conferma decisivo nel veicolare conoscenza e immagini delle destinazioni turistiche italiane, con un’incidenza pari al 51%. I media digitali sono i canali più capaci di generare conoscenza del territorio (68%), cui fa seguito i media tradizionali come giornali, editoria, radio e affissioni (40%) e le attività di promozione sul territorio, quali fiere e mostre (17%). Nello specifico televisivo, l’unscripted si rivela l’ambito d’elezione per comunicare la sostenibilità e il turismo sostenibile. Magazine e rubriche di informazione sono veicoli «efficaci per tematiche legate alla “dimensione culturale”. I programmi di divulgazione scientifica aiutano a comprendere fenomeni come i cambiamenti climatici (47%), mentre i programmi di viaggio e avventura promuovono stili di vita attenti all’ambiente e alla valorizzazione delle comunità e delle tradizioni locali.

Analizzando il rapporto tra turismo e innovazione, CeRTA e Publitalia ’80 propongono un nuovo modello di branding e comunicazione mediale basato sul mix intelligente di quattro canali di narrazione: personale, digitale, mediale e pubblicitaria.  Il modello classico top down deve essere affiancato da un modello di “costruzione dal basso” o bottom up, che integra la narrazione personale (60% di influenza – la forza del passaparola ma anche fiere ed eventi), anche nella sua estensione digitale (59% di influenza – social, podcast, blog), alle forme classiche dell’audiovisivo (37% di influenza – film, serie, programmi tv e anche branded content, documentari e informazione) e a quelle pubblicitarie (35% di influenza, ripensata anch’essa in modalità non convenzionale). Questo «sistema “intermodale” di comunicazione» permette la creazione di un «nuovo modello “plurale” di branding delle destinazioni turistiche».

 

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