Gli italiani e la tv: il 4° Rapporto Auditel-Censis

Sono oltre 15 milioni le smart tv nelle case, non tutte ancora connesse
|©pixabay|Device presenti nelle famiglie italiane

Ci sono 119,4milioni di schermi nelle case degli italiani, cinque per ogni famiglia. È la fotografia del 2021 pubblicata nel quarto Rapporto Auditel-Censis, dal titolo L’Italia multiscreen. Dalla smart-tv allo schermo in tasca, così il paese corre verso il digitale.

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Device presenti nelle famiglie italiane, 2021(*) FONTE: 4° Rapporto Auditel-Censis

I NUMERI

Crescono quindi gli schermi nelle case degli italiani, da 112 milioni nel 2019 a 119,4 milioni. A crescere sono soprattutto smartphone e smart tv. Gli smartphone hanno superato infatti i 48 milioni di device, le smart tv sono oltre 15 milioni. Cresce anche il ruolo delle smart tv nella fruzione di internet: quasi 4 milioni di individui la utilizzano infatti per navigare online. In crescita anche i pc collegati (20 milioni) e i tablet (7,7 milioni). Oggi il 90,2% delle famiglie italiane (21,6 milioni a valore assoluto) è connesso a internet, per un incremento del 3,6% rispetto agli ultimi due anni. Più della metà, il 59,4% (14 milioni) ha sia una connessione domestica che mobile. Un dato in crescita del 6,2% dal 2019 a oggi. Sono però solo 12,3 milioni le smart tv effettivamente connesse: 3,2 milioni non sono collegate alla rete, mentre 2,59 milioni di famiglie la utilizzano in modalità lineare. Un dato dovuto per la stragrande maggioranza (87,5% dei casi) a una connessione solo a rete mobile, che rende più difficile l’uso in streaming della smart tv.

MODALITÀ DI VISIONE

La televisione resta centrale nella dieta mediatica degli italiani, ma cambiano le modalità di fruizione, sempre più individualizzate e on demand, con la costruzione da parte di ciascun componente del nucleo famigliare di un proprio palinsesto frutto della combinazione di contenuti diversi su schermi diversi e in luoghi diversi”. Oltre 4 milioni di italiani seguono la tv lineare sullo smartphone (+6,3%), 2,7 milioni da pc (+41,1% nell’ultimo anno), mentre 1,2 milioni sege via tablet. C’è poi tutto il mondo dell’on demand e della personalizzazione del palinsesto: 3,5 milioni di italiani scaricano film dalla rete (+33,3%) e oltre 13 milioni guardano sulle piattaforme televisive on demand contenuti non lineari (+38,2% nel periodo considerato). A questi dati si aggiungono i 24 milioni che usano le piattaforme online, per la maggior parte pay (+48,4%).

PRECARI DIGITALI

A fronte di questi numeri in crescita restano però 2,3 milioni di famiglie non connesse, pari al 9,8% del totale. Altri 7,2 milioni (29,9%) hanno solo la linea mobile e tra queste, 5 milioni si collegano solo tra smartphone, “che, evidentemente, non è in grado di supportare a sufficienza le nuove modalità di studio, lavoro e socializzazione che si stanno affermando”. Rientrano in questa fascia “non connessa” soprattutto famiglie composte da soli anziani e in “forte precarietà socioeconomica: spesso combinano la mancanza di risorse materiali con la carenza di cultura e di abilità digitali”.

TV DA ROTTAMARE

Se oggi il 96,9% delle famiglie ha almeno un televisore (43,1 milioni gli apparecchi), il 13,2% di essi oggi può considerarsi “oggetto di antiquariato”, perché acquistati oltre 10 anni fa. Ce ne sono poi 12 milioni “per cui non è risultato possibile risalire alla data d’acquisto”. Secondo il rapporto Auditel-Censis, “27 milioni e 700 mila televisori (il 64,2% del totale), posseduti da 12 milioni di famiglie (il 51,2% del totale), oggi non sono compatibili con il Digitale terrestre di seconda generazione perché privi dello standard DVB-T2 con il nuovo sistema di codifica HEVC Main10”. Ma non solo, 8,4 milioni di apparecchi (posseduti da 3 milioni di famiglie italiane) non hanno nemmeno l’alta definizione, e quindi “i requisiti per il primo step, avviato lo scorso 20 ottobre, di passaggio all’alta definizione (HD)”.

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