Giornalisti contro il Ddl intercettazioni

Dall’incontro di ieri promosso dalla Federazione nazionale della stampa cui hanno partecipato i direttori delle principali testate italiane, è stato approvato un documento comune pubblicato oggi. «Questo disegno di legge», recita il testo, «penalizza e vanifica il diritto di cronaca, impedendo a giornali e notiziari (new media compresi) di dare notizie delle inchieste giudiziarie – comprese quelle che riguardano la grande criminalità – fino all’udienza preliminare, cioè per un periodo che in Italia va dai 3 ai 6 anni e, per alcuni casi, fino a 10. Le norme proposte violano il diritto fondamentale dei cittadini a conoscere e sapere, cioè ad essere informati. È un diritto vitale irrinunciabile, da cui dipende il corretto funzionamento del circuito democratico e a cui corrisponde – molto semplicemente – il dovere dei giornali di informare. La disciplina all’esame del Senato vulnera i principi fondamentali in base ai quali la libertà di informazione è garantita e la giustizia è amministrata in nome del popolo. I giornalisti esercitano una funzione, un dovere non comprimibile da atti di censura. A questo dovere non verremo meno, indipendentemente da multe, arresti e sanzioni. Ma intanto fermiamo questa legge, perchè la democrazia e l’informazione in Italia non tollerano alcun bavaglio». Hanno partecipato all’incontro di ieri, tra gli altri, Emilio Carelli di Sky Tg24, Corradino Mineo (Rainews), Pierluca Terzulli (in rappresentanza del direttore del Tg3 Bianca Berlinguer).

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