Sono nove i punti critici che la Commissione Ue avrebbe riscontrato nel regolamento dell’asta frequenze e che ha chiesto ad Agcom di modificare. Secondo quanto riporta “la Repubblica”, le critiche riguardano in particolare il ruolo di Rai e Mediaset; inoltre, il testo si discosterebbe troppo dall’accordo siglato nel 2009 tra il governo Berlusconi e la Commissione per chiudere la procedura di infrazione aperta nei confronti dall’Italia. La Ue avrebbe chiesto un tetto di cinque mux per Rai e Mediaset: se Mediaset partecipasse all’asta, non potrà convertire le frequenze in Dvb-H in suo possesso (quelle per la tv sui cellulari) per la tv digitale, rispettando così il tetto fissato. Se Rai e Mediaset dovessero comunque ottenere il quinto mux, dovranno concedere a operatori indipendenti il 40% della capacità trasmissiva con un canone limitato ai costi effettivi di funzionamento. L’Ue chiede inoltre di riservare i mux di tipo L ai nuovi operatori (la loro qualità è inferiore rispetto a quelli di tipo U, le cui frequenze saranno poi assegnate nel 2017 agli operatori telefonici). Bruxelles avrebbe inoltre chiesto al ministero dello Sviluppo economico di definire meglio la struttura dei canali riservati ai nuovi entranti e di estendere la licenza a 20 anni. Inoltre, avrebbe chiesto di fissare un valore minimo per la gara.
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