A colpi di acquisizioni, Fremantle e Banijay sono diventate i due soli intorno ai quali si è concentrata l’ormai gran parte delle società di produzione italiane. Con quali ricadute sull’industria della creatività audiovisiva?
Nel dibattito sull’industria audiovisiva, quello della definizione di produttore indipendente è diventato tema sempre più complesso e spinoso. Il Tusma (art. 3.1, lettera T), definisce produttori indipendenti «gli operatori della comunicazione europei che svolgono attività di produzioni audiovisive e che non sono controllati da, ovvero collegati a, fornitori di servizi media audiovisivi soggetti alla giurisdizione italiana e, alternativamente: 1) per un periodo di tre anni non destinano più del 90% della propria produzione a un solo fornitore di servizi di media audiovisivi; ovvero 2) sono titolari di diritti secondari. C’è però chi dissente e proprio alla luce delle continue acquisizioni, che vedono poi le singole società controllate dalla stessa indie lavorare magari insieme allo stesso progetto (e quindi ottenere a vario titolo il tax credit), per non parlare dell’annosa questione della perdita di “identità ” delle singole società che, però, forse non otterrebbero altrimenti opportunità e risorse se ancorate al singolo territorio italiano. Insomma, c’è molto da dire e da discutere. E, soprattutto, c’è ancora spazio per lo shopping in Italia?
Cambiando prospettiva dall’Italia all’Europa, la geografia della produzione indipendente assume altri contorni. L’Osservatorio europeo dell’audiovisivo, infatti, non parla di concentrazione del settore, bensì di consolidamento. L’Yearbook 2023/2024 evidenzia che tra il 2015 e il 2022 1.800 società o gruppi hanno prodotto almeno un titolo, ma solo il 4% di essi ne ha prodotto almeno uno in ognuno dei singoli otto anni. E tra i gruppi che hanno prodotto almeno una serie Svod/tv nel 2022, il 40% era una realtà nuova del settore. «La crescita della produzione di fiction tv europea e Svod dal 2015, combinata con un intenso rinnovo di serialità tv e Svod (in media, tra il 2015 e il 2022, le prime stagioni valevano appena più della metà di tutte le stagioni prodotte ogni anno) ha generato una moltiplicazione delle società di produzione». Acquisizioni, fusioni e alleanze hanno innescato e continuano ad alimentare un processo di consolidamento.
L’articolo completo è stato pubblicato su Tivù di maggio 2024, scarica il numero o abbonati qui
© RIPRODUZIONE RISERVATAIn caso di citazione si prega di citare e linkare tivubiz.it