Diritti tv, ancora in alto mare accordo su mutualità

Sono di nuovo lontane le posizioni della lega di serie A e della lega Pro (ex C) sulla ripartizione del 10% dei diritti tv in A a favore delle categorie minori. L’incontro di martedì a Milano tra le quattro leghe non ha trovato una soluzione. Le divide una differente interpretazione della legge Melandri. In particolare, la serie A non intende ridiscutere l’accordo raggiunto a novembre 2011 (40mln all’ex serie C per il biennio 2010-2012), perché considera il 10% di mutualità come donazione, la cui entità non può essere sindacata dai beneficiari. Tra A e B invece c’è una maggiore sintonia perché hanno interessi più omogenei. «Con l’attuale modello di ripartizione dei diritti televisivi, lo sforzo delle squadre medio-piccole è insostenibile». Lo ha detto il vicepresidente vicario della Sampdoria Edoardo Garrone, a margine della presentazione del Fair Play Village. «Per poter competere a livello delle grandi, bisogna moltiplicare gli sforzi economici, cosa che nel lungo periodo è insostenibile».

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