Il MiSe avrebbe pronta una soluzione per applicare, solo temporaneamente, i nuovi criteri per i contributi sul canone frequenze decisi da Agcom entro il 31 gennaio, in attesa della modifica della legge Monti del 2012. Secondo quanto riporta “Italia oggi”, gli operatori di rete che detengono le frequenze pagherebbero un importo pari al 40% di quanto pagato nel 2013. Il decreto MiSe è ora al vaglio della Corte dei conti che dovrà stabilire come debba essere interpretata la parità di gettito prevista dalla legge, cioè se il canone pagato dagli operatori di rete (sulla base dei mux detenuti) debba coprire tutto il gettito del canone precedente (derivante dall’1% del fatturato dei gruppi tv). Secondo diverse stime, infatti, l’apporto sarebbe inferiore di circa 40mln solo nel primo anno. A dicembre, il governo aveva provato a prorogare il regime di pagamento precedente in attesa di cambiare la legge Monti (legge 44 del 26 aprile 2012). La commissione di bilancio del Senato aveva però bocciato l’emendamento: per cambiare i criteri di Agcom occorre ripartire proprio dalla legge.
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