La Corte di Giustizia europea ha definito incompatibile con il diritto dell’Unione Europea la normativa italiana che esclude dalla gestione dei diritti d’autore le società indipendenti stabilite in un altro Stato membro. La sentenza fa riferimento al caso Lea vs Jamendo.
IL CASO
LEA, organismo di gestione collettiva con sede in Italia, aveva chiesto al Tribunale di Roma la cessazione delle attività di intermediazione in materia di diritto d’autore di Jamendo, società di diritto lussemburghese che si occupa di gestione indipendente dei diritti d’autore attiva in Italia dal 2004. Questo perché, secondo la normativa italiana, tale attività è riservata in via esclusiva a Siae e a organismi di gestione come Lea. Il Tribunale di Roma si è dunque rivolto alla Corte di giustizia chiedendo se «la direttiva sulla gestione collettiva dei diritti d’autore osti a una normativa di uno Stato membro che esclude in modo generale e assoluto la possibilità per le entità di gestione indipendenti stabilite in un altro Stato membro di prestare i loro servizi nel primo di tali Stati membri».
LA DECISIONE DELLA CORTE UE
La Corte ha dichiarato che la normativa «costituisce una restrizione alla libera prestazione dei servizi», nella misura in cui «non consente alle entità di gestione indipendenti stabilite in un altro Stato membro di prestare in Italia i loro servizi di gestione dei diritti d’autore». «Sebbene tale restrizione possa in linea di principio essere giustificata dall’imperativo consistente nel tutelare i diritti di proprietà intellettuale, essa non è proporzionata poiché preclude in modo generale e assoluto a qualsiasi entità di gestione indipendente stabilita in un altro Stato membro di svolgere la sua attività nel mercato di cui trattasi. La Corte sottolinea che misure meno lesive della libera prestazione dei servizi consentirebbero di conseguire l’obiettivo perseguito. Di conseguenza, la Corte rileva che la normativa italiana contestata non è compatibile con il diritto dell’Unione», si legge nella nota stampa ufficiale della Corte di giustizia Europea. Ora spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte.
IL COMMENTO DI SIAE
Salvatore Nastasi, presidente della SIAE, ha così commentato: «La pronuncia della Corte rappresenta un’opportunità per definire regole chiare ed evitare possibili disparità tra gli attori coinvolti. Disporre di regole chiare in cui operare a tutela di tutti i nostri autori, nessuno escluso, costituisce senz’altro un vantaggio per la SIAE. È un intervento che ci viene chiesto dall’Europa, ma soprattutto lo esige il comparto della creatività italiana, che può continuare a crescere solo se il diritto d’autore viene adeguatamente protetto, fuori e dentro i nostri confini».
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