Come prevedibile, il consiglio di amministrazione di Vivendi ha gettato ulteriore benzina sul fuoco nello scontro sulla mancata acquisizione di Mediaset Premium. «L’acquisto di Mediaset Premium era basato su ipotesi finanziarie fornite da Mediaset nel marzo 2016. Vivendi ha sollevato dei dubbi e informato Mediaset», si legge nella nota del gruppo di Vincent Bolloré. Secondo la ricostruzione di Vivendi, l’accordo siglato l’8 aprile è stato sottoposto a una due diligence da parte di Deloitte «come da contratto». «È risultato chiaro da questa analisi e da quelle di Vivendi che le cifre fornite prima della firma non erano realistiche e fondate su una base artificialmente gonfiata». Da qui la rinegoziazione degli accordi in luglio. Secondo Vivendi, mentre erano in corso i colloqui, Mediaset e Fininvest hanno lanciato attacchi mediatici «per ledere gli interessi e l’immagine di Vivendi». E prosegue: «Sebbene Vivendi abbia completato in tempo la procedura di prenotifica della transazione alla Commissione europea, questa non accetterebbe il deposito formale (del dossier, ndr.) mentre le due parti discutono i punti di disaccordo, e non sarebbe comunque possibile ottenere il via libera della Commissione prima del 30 settembre, data entro cui il contratto decadrebbe». «Per quanto riguarda la causa intentata da Mediaset, secondo i documenti esaminati in modo informale, la prima udienza processuale non si terrà prima del 27 febbraio 2017». Il gruppo guidato da Vicent Bolloré ha primo semestre 2016 un giro d’affari pari a 5,04mld di euro, sostanzialmente stabile, con un risultato netto di 911mln, in netto calo rispetto agli 1,9mld della prima metà del 2015. Il gruppo ha annunciato un piano di riduzione dei costi pari a 300mln di euro, di cui 60/70mln di euro da realizzare quest’anno. Il piano dovrebbe condurre alla realizzazione del breakeven entro il 2018 dei Canal+ (i cui ricavi sono in calo) in Francia.
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