Colpo di scena nello spin-off di Vivendi, che a dicembre ha portato alla divisione delle attività in tre realtà distinte (Canal+, Havas e Louis Hachette Group). La Corte d’appello di Parigi chiede all’AMF (Autorité des marchés finaciers) di rivedere le modalità di scissione delle attività del gruppo. In particolare, occorre verificare se l’operazione fosse dovuta passare dal lancio di un’Opa. A contestare l’operazione era stato il fondo Ciam (che detiene lo 0,025% del capitale di Vivendi), che aveva chiesto il rinvio – non ottenuto – del voto sulla scissione fino all’esito delle sue inziative legali. Secondo Ciam l’operazione non sarebbe avvenuta nell’interesse di tutti gli azionisti, ma solo del gruppo Bolloré, salito sopra la soglia del 30%, quando scatterebbe dunque l’Opa, ma senza doverla promuovere. Secondo la sentenza della Corte d’appello, Vivendi era di fatto controllata da Bolloré, contrariamente alla posizione di AMF. Da qui l’annullamento della decisione dell’Autority per mancanza di motivazione. AMF dovrà quindi riesaminare l’operazione e le conseguenze per gli azionisti e stabilire, dunque, se sia necessaria un’Offerta pubblica di recesso.
Il commento di CIAM
Catherine Berjal, managing partner di CIAM, ha dichiarato «Questa decisione della Corte d’appello è una grande vittoria per gli azionisti di minoranza e un riconoscimento che le nostre argomentazioni erano ben fondate»
La risposta di Vivendi
Il gruppo francese ha così risposto alla richiesta della Corte d’appello di Parigi: «Vivendi prende atto della decisione della Corte d’Appello di Parigi che oggi annulla la decisione dell’AMF pubblicata il 13 novembre 2024. Vivendi ricorda che la divisione del gruppo, proposta il 9 dicembre 2024, è stata approvata da oltre il 97,5% degli azionisti nell’Assemblea degli azionisti composto da una maggioranza qualificata di due terzi. Se l’Assemblea si fosse tenuta senza il gruppo Bolloré, le tre risoluzioni relative al progetto di spin-off avrebbero comunque ottenuto il 95,7% dei voti, con un quorum ricalcolato del 40,91%, a dimostrazione del forte supporto degli azionisti. Vivendi resta fiduciosa della capacità dello spin-off di creare valore a lungo termine per tutti gli investitori, così come per lo sviluppo operativo e in Borsa delle realtà coinvolte».
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