Tre ipotesi per la riforma Rai

In attesa della scadenza del cda di viale Mazzini il 28 marzo, Governo e partiti stanno lavorando a tre ipotesi di mini-riforma, anche perché l’esecutivo non vede di buon occhio la proroga dell’attuale vertice, né la nomina di un nuovo vertice con l’attuale legge, la Gasparri. Tramontata, per l’opposizione dei partiti, l’idea di ridurre con decreto da nove a cinque i consiglieri, aumentando i poteri del direttore generale, ne restano altre tre sul tappeto. Una è quella di nominare nel consiglio una sorta di amministratore delegato grazie alle deleghe permesse dallo Statuto Rai. Un’altra ipotizza di cancellare dalla legge speciale sulla Rai alcune righe sui poteri del dg, facendo tornare in vigore il codice civile con la nomina di un ad tra i consiglieri, magari quello di nomina ministeriale. Infine il Governo potrebbe prevedere un disegno di legge (non un decreto) per ridurre il numero dei consiglieri e rivedere l’attuale ripartizione dei poteri al vertice. Durante la sua discussione in Parlamento, si potrebbe nominare un commissario a tempo.

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