Tivù intervista ELENA BUCACCIO

Sceneggiatrice e responsabile editoriale di Lux Vide (Blanca, Don Matteo, Costiera) racconta a Tivù cosa manca alla televisione di oggi. Leggi il servizio “Quello che gli autori dicono” e l’intervista completa sul numero di novembre 2024 (di Francesca D’Angelo)
Elena Bucaccio (©LuxVide)

OLTRE ALLA FORMA SERVE SOSTANZA

Non si è sempre detto che si è già inventato tutto?
Sì, è così. Abbiamo già raccontato tutte le storie possibili, ma lo scarto sta nel punto di vista e nel significato profondo che si vuole veicolare attraverso il luogo di osservazione scelto. L’innovazione passa per il significante, prima ancora che dalla forma. Il problema è che spesso nelle società manca una chiara linea editoriale: non ci chiediamo più “cosa” vogliamo dire, ma solo “come” intendiamo comunicarlo. Cerchiamo di fare “prodotti simili a”, rincorriamo la nicchia o l’evento. Invece bisognerebbe puntare all’autenticità: alla rigenerazione dei generi.
[…] Anche l’intrattenimento dovrebbe cercare di guardare oltre al qui e ora?
L’intrattenimento è inevitabilmente più legato al quotidiano e agli stimoli del presente. Detto questo, credo che dovremmo seguire meno pedissequamente i format che vengono importati dall’estero e provare a innovare a nostra volta, esportando i nostri show.
[…] Cosa guarda in tv?
Qui parlo da spettatrice, non più da addetta ai lavori. Sono una grande appassionata di talent show, a cominciare da X Factor, e mi diverto molto a seguire programmi come 4 Ristoranti, 4 Hotel. Mi piace tutto quello che vanta una forte componente narrativa, e ruota attorno a persone che si battono per realizzare i propri sogni. Non sono invece una fruitrice dei reality show.
Una serie che avrebbe voluto scrivere lei?
Ted Lasso. E tutto il mondo di Shonda Rhimes preso in blocco.

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