Troppa scelta: è uno degli effetti collaterali della crescita del mercato streaming evidenziato dall’ultimo rapporto State of Play di Nielsen, relativo a Usa, Uk, Canada, Messico e Germania. «L’abbondanza di scelta ha messo gli spettatori in una posizione di controllo come mai prima d’ora. Ma lo scenario streaming in espansione li ha sopraffatti. Ci vuole molto più tempo per trovare contenuti di interesse e il pubblico sa che se non trova qualcosa di suo gradimento, un’opzione diversa sta a solo un click di distanza».
Oggi sono disponibili oltre 2,7 milioni di singoli programmi, di cui 2,3 milioni in streaming (circa l’86,7% del totale) e 516 mila sulla tv lineare: si tratta di un incremento di oltre un milione rispetto a solo due anni fa. Il 20% degli utenti dice però di non sapere cosa guardare prima di accedere ai vari servizi, tanto che uno spettatore su cinque decide di fare altro. Secondo il rapporto Nielsen, infatti, gli utenti impiegano 10,5 minuti a sessione per decidere cosa guardare: un lasso di tempo in leggera flessione rispetto a ottobre 2022 (11,16 minuti), ma ben al di sopra dei 7,24 minuti di marzo 2019. D’altro canto, gli spettatori hanno quasi 40mila canali 167 cataloghi streaming tra cui scegliere.
«La user experience è fondamentale per il successo dello streaming», spiega il rapporto. Servono un attento uso dei metadati, insieme a una personalizzazione dei canali e guide per mantenere gli spettatori su una piattaforma, così come una comunicazione pubblicitaria precisa che faccia aderire la promessa del brand con i contenuti che si stanno guardando.
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State of Play, Nielsen
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