Il mercato non dovrebbe aggirare i limiti antitrust contenuti nel ddl di riforma del sistema radiotelevisivo moltiplicando gli spot. Per il ministro Gentiloni, intervistato su RadioUno, «la logica in cui ci muoviamo con questo ddl, e secondo cui dovrebbe muoversi il mercato, perché le leggi non fanno tutto, non dev’essere quella di moltiplicare lo spot. Oggi uno dei frutti di queste posizioni dominanti è che la pubblicità viene venduta a prezzi ridicoli in Italia». Il ministro è contrario anche a «una proliferazione di invasioni di diverse forme pubblicitarie». All’estero prevale una linea più favorevole, perché in Italia la pubblicità tv domina il mercato, mentre in altri Paesi è la «sorella povera». Ridurre l’affollamento va, del resto, a tutto vantaggio degli inserzionisti, che vedrebbero così valorizzati i messaggi pubblicitari e non sarebbero più costretti a inserire due spot in uno stesso break. Durante un’interrogazione parlamentare, inoltre, Gentiloni ha aggiunto: «La situazione del mercato italiano nel settore della pubblicità televisiva si presenta con diverse anomalie e in particolare con un peso della televisione rispetto agli altri media molto più alto e con un livello di concentrazione che non ha pari negli altri Paesi europei».
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