Una Rai senza pubblicità? È possibile secondo la presidente Monica Maggioni, «se ci si mette d’accordo su dimensioni e quota del canone, visto che la Rai è il servizio pubblico con il canone tra i più bassi in Europa». «Con i ricavi da canone francesi o tedeschi, potremmo offrire quello che offriamo oggi rinunciando alla pubblicità», ha dichiarato il vertice di viale Mazzini al Festival della tv e dei nuovi media a Dogliani, rispondendo alla provocazione del neo direttore di La7 Fabrizio Salini, secondo il quale i 300mln di euro che l’operazione del canone in bolletta porterà nelle casse della tv pubblica creeranno uno «squilibrio di mercato». E se Maggioni ha auspicato una maggiore vicinanza al pubblico giovane e una maggiore attenzione a quei «programmi che fanno servizio pubblico e sui quali continueremo a investire», il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, intervistato da Giovanni Minoli, ha aggiunto: «La difesa del servizio pubblico è sacra, ma un occhio va all’Auditel e al mercato, visto che, nei nuovi palinsesti che saranno presentati a giugno, potrebbero arrivare a viale Mazzini Paolo Bonolis, un fuoriclasse della tv, e Maurizio Crozza». Se l’informazione resta centrale («Non ci sarà solo Bruno Vespa, stiamo valutando una serie di nomi. Su RaiDue si sta lavorando a un programma nuovo con Nicola Porro, e anche “Ballarò” verrà ripensato. Non sono contro i talk, ma devono trovare la loro forma»), la fiction sarà innovata nel linguaggio e nell’immagine («Non è solo la ricerca dell’ascolto a guidarci, ho confermato “È arrivata la felicità” e “Tutto può succedere” perché sono serie in cui credo»). E, ancora, «La tv ha vissuto un momento estremamente difficile», ha concluso il dg, «era vista come una cattiva maestra, oggi ha la possibilità di riscattarsi, essere elemento di unione e inclusione. Il rinnovo della concessione deve essere l’occasione per definire la sua missione».
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