Pubblicità: settembre è negativo

Il mercato della pubblicità italiana chiude settembre con una flessione del 3,4%; mentre il cumulato gennaio-settembre cala del 15,9% che diventa -20,3% se si esclude dall raccolta web la stima di Nielsen su search, social, classified e Ott). In totale, il valore del mercato passa dai 4mld del gennaio-settembre 2019 a 3,2mld di euro. “Dopo un secondo trimestre in calo del 34,3% a causa del lockdown, come avevamo previsto, il terzo trimestre è tornato in terreno positivo, crescendo del +2,3% nonostante la frenata di settembre”, ha dichiarato Alberto Dal Sasso, AIS managing director di Nielsen. L’andamento è negativo per tutti i mezzi, anche se la televisione riesce a mantenere un andamento flat (-0,3%) sul singolo mese di settembre: il cumulato, però, segna un -15,3% rispetto allo stesso periodo 2019 (da 2,4mld a 2,1mld). I quotidiani segnano un -19,7%, i periodici un -40,3%, la radio un -30,1%, il digital un -7,1%, l’outdoor un -47,8%, il transit un -55,1% e il direct mail un -33,4%. Non sono ancora disponibili i dati di Go Tv e cinema. Solo il web advertising ha chiuso il singolo mese di settembre in crescita (7,8% nella stima realizzata da Nielsen). “Il ritorno in negativo del mese di settembre è un segnale da tenere in seria considerazione dopo i due mesi di euforia. A differenza del periodo marzo – aprile in cui regnavano una comprensibile incertezza e impreparazione, oggi si può fare tesoro dell’esperienza fatta in quei mesi e affrontare il futuro con più ottimismo, in un’ottica costruttiva che deve valere anche per il mondo della comunicazione”, commenta Dal Sasso. Sono 10 infine i settori merceologici in crescita nel singolo mese; tra le migliori performance si evidenziano enti/istituzioni (+50,9%), abitazione (+22,6%), elettrodomestici (+13,7) e gestione casa (+13,3). Nel periodo gennaio – settembre sono solo tre i settori in crescita: gestione casa (+5,4%), distribuzione (+2,5%) e enti / istituzioni (+16,7%). Nielsen evidenzia inoltre l’andamento negativo dei comparti con una maggiore quota di mercato: automobili (-26,3%), farmaceutici (18,2%), gli alimentari (-14,8%), media / editoria (-12,8%) e bevande / alcoolici (-19,8%).

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