Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia di dicembre 2023 registra un +0,3% rispetto a dicembre 2022. Il 2023 vede una crescita del 2,6%, a 9,1 miliardi di euro: se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search, social, classified e Ott, l’andamento del periodo si attesta a +1,9%, per un totale di 5,6 miliardi di euro.
La televisione registra a dicembre una flessione dell’1,2%, e una crescita del 2,1% sull’anno, a 3,6 miliardi di euro.
Nel periodo gennaio-dicembre 2023 risultano in crescita i periodici (+0,8%), la radio (+6%), il digital (+3,5%), l’out of home (+11,5%), la go tv (+17,7%) e il cinema (+22,5%). In flessione i quotidiani (-4%), e il direct mail (-11,6%).
«La crescita registrata degli investimenti pubblicitari nel 2023 (+2,6%) è incoraggiante e testimonia lo stato di salute dell’advertising che, per il terzo anno consecutivo, chiude con un segno positivo. Un trend confermato anche dal +0,3% del mese di dicembre. Infatti, anche in assenza di eventi sportivi la raccolta pubblicitaria è in crescita», dichiara Luca Bordin, Country Leader Italia di Nielsen.
Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano 9 in crescita a dicembre. Il contributo maggiore è portato da Gestione casa (+44,8%), Alimentari (+11,5%) e Automobili (+40,6%). In calo a dicembre gli investimenti di Servizi Professionali (-27-5%), Elettrodomestici (-36,2%) e Bevande/Alcoolici (-14,4%). Relativamente ai comparti con la maggiore quota di mercato, si evidenzia, nel 2023, l’andamento positivo di Farmaceutici/Sanitari (+6,8%), Automobili (+24,5%), Gestione Casa (+32,9%), e Alimentari (+7,4%), in calo invece Distribuzione (-4,1%) e Telecomunicazione (-14,1%).
«Si evidenzia l’andamento positivo dei macrosettori Largo consumo, Beni durevoli e Persona che crescono nel 2023 rispettivamente del +8.4%, del 7,1% e del 2,3% in controtendenza i macrosettori Servizi e attività e Tempo libero che sono in calo (rispettivamente del -3,7% e -3,4%). L’andamento dei macrosettori nel 2023 porta i Beni Durevoli e il Largo consumo ad incrementare la loro quota di mercato che passa dal 39% al 42%», conclude Bordin.
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