Cresce il fatturato pubblicitario Upfront negli Usa, a dirlo è una rilevazione della società Media Dynamics, che per la stagione 2024-2025 ha stimato una cifra pari a 29,5 miliardi di dollari (+8% rispetto alla stagione precedente).
EFFETTO STREAMING
Il segno positivo è ascrivibile però completamente allo streaming, cresciuto del 35%, mentre la tv lineare segna una flessione pari al 4%. «Tuttavia, la tv lineare non ha fatto poi così male, rispetto a quanto alcuni prevedevano, principalmente grazie ai guadagni ottenuti dalle sue attrazioni sportive», osservano gli analisti di Media Dynamics. Un contributo importante sarebbe arrivato da Netflix che, pur non avendo fornito cifre ufficiali sul fatturato, ha annunciato una crescita del 150% nelle vendite di spazi pubblicitari.
Per categoria, gli investimenti nella tv aperta sono diminuiti del 3,5%, a 9,3 miliardi di dollari. Nella pay TV il calo è stato del 4,8%, a 9,1 miliardi di dollari. E lo streaming ha chiuso con 11,1 miliardi di dollari, posizionandosi come l’opzione più popolare rispetto alla trasmissione e al cavo. Aspetto importante è la diminuzione dei costi degli spazi.
CPM IN FLESSIONE
Infatti, sempre gli analisti di Media Dynamics rilevano: «Lo sviluppo più interessante ha riguardato i cambiamenti nei CPM, poiché gli acquirenti erano determinati a strappare concessioni significative ai venditori di annunci tv lineari per il secondo anno consecutivo, cosa che non è mai accaduta nella storia recente. E sembrano aver ottenuto ciò che volevano: i CPM della TV lineare per adulti sono scesi a $ 43,35 per la trasmissione e $ 20,60 per il cavo, cali rispettivamente del 5,6% e del 6,8%. Ma la grande novità per quanto riguarda i CPM è stata evidente nello streaming, dove gli acquirenti erano fermi nella loro determinazione a pagare CPM più competitivi con le norme della tv lineare, qualcosa su cui non si erano concentrati molto in precedenza. Ciò ha richiesto trattative più dure con i venditori costosi e uno spostamento di investimenti verso i canali FAST e Amazon o YouTube, che offrivano opzioni di prezzo CPM più favorevoli.
Di conseguenza, mentre i ricavi pubblicitari dello streaming sono aumentati del 35%, il suo CPM medio per un messaggio di 30 secondi è diminuito del 16,7%, il che ha parzialmente compensato i suoi maggiori guadagni pubblicitari. Al netto, gli acquirenti hanno ottenuto una riduzione complessiva del CPM di circa il 10% nei loro acquisti combinati di tv lineare e streaming, in compenso hanno speso l’8% in più per ottenerla».
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