Il concorso Rai, indetto per assumere 100 giornalisti, ha scatenato polemiche ben prima del suo inizio. A tuonare è stato l’Ordine dei giornalisti con queste argomentazioni: «La convocazione per la prima prova di 4982 colleghi, con soli 20 giorni di preavviso e dopo 13 e più mesi di silenzio, testimonia un assoluto disprezzo per quanti coltivano il sogno di essere utili ai cittadini, attraverso l’informazione del servizio pubblico». Contestata anche la scelta di tenere la prima prova scritta a Bastia Umbra, location che ha presentato l’offerta più conveniente in termini di budget. Non si è fatta attendere la replica di viale Mazzini, diffusa attraverso una nota: «La Rai, con uno sforzo non scontato in termini economici e organizzativi, si appresta a fare una selezione trasparente e a livello nazionale per procedere, nei prossimi anni, a 100 assunzioni di giornalisti professionisti, indicendo un’iniziativa che non ha precedenti negli ultimi 20 anni e con una commissione composta da personalità di indiscusso livello professionale ed etico». La polemica è culminata con l’interrogazione parlamentare della deputata M5S Dalila Nesci e verosimilmente non è giunta al suo epilogo.
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