Nuova operazione antipirateria da parte della Guardia di Finanza. I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di tre persone, che risultano aver preso parte «ad un’associazione per delinquere diretta a realizzare plurimi delitti in materia di diritto d’autore e di re-investimento dei relativi proventi illeciti, il cui promotore risulta coinvolto, altresì, nella commercializzazione di video e foto pedopornografici».
IL GIRO D’AFFARI
Il promotore di tale associazione, insieme a due sodali, «promuoveva sul web e sui social network una IPTV illegale, utilizzata per trasmettere palinsesti, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento delle principali piattaforme di streaming». La Guardia di Finanza ha identificato oltre 6.000 utenti privati che avrebbero fatto accesso ai contenuti multimediali non autorizzati attraverso 46 siti web, di cui 19 inibiti nel corso delle indagini e 27 oggetto di sequestro il 18 dicembre. È stato sequestrato anche il cosiddetto “sito madre”, il link che portava gli utenti ad un nuovo indirizzo web nel momento in cui la pagina originale non fosse stata più disponibile. Gli abbonamenti pirata avevano un costo variabile tra i 10 euro mensili e 80 euro annuali, pagati in contanti o mediante accrediti su conti italiani ed esteri. Circa 2mila utenti avrebbero pagato tramite criptovaluta confluiti su 64 wallet digitali, congelati anch’essi. Secondo le indagini, la IpTv “pirata” avrebbe generato in quattro anni un giro d’affari superiore agli 850mila euro.
I PROVVEDIMENTI DELLA GDF
Il principale indagato avrebbe inoltre usato la stessa IpTv per diffondere canali per adulti. Nel corso della perquisizione sono stati trovati oltre 1.600 file pedopornografici commercializzati su più gruppi WhatsApp; i finanzieri hanno inoltre trovato una sostanza stupefacente derivata dalla cannabis prodotta dall’indagato negli stessi locali adibiti a centrale della “IPTV”. Nei confronti del promotore del sodalizio è stata disposta la custodia cautelare in carcere mentre i due sodali sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Ai clienti che hanno fruito dello streaming illegale saranno irrogate sanzioni amministrative comprese tra 150 e 5.000 euro.
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