Mediaset approva il bilancio 2018

L’assemblea degli azionisti Mediaset ha approvato nella parte ordinaria il bilancio d’esercizio di Mediaset S.p.A. al 31 dicembre 2018, il bilancio consolidato e le relazioni degli amministratori: nel 2018 sono stati registrati ricavi consolidati netti pari a 3,4mld di euro (3,55mld nel 2017), con un risultato netto di gruppo cresciuto dai 90,5mln di euro del 2017 a 471,3mln. L’assemblea degli azionisti ha deliberato di riportare l’utile di Mediaset SpA a nuovo, «accogliendo la proposta del Consiglio di Amministrazione che intende con questa scelta rendere ancora più solida la struttura patrimoniale e finanziaria del Gruppo, nonché avere le risorse adeguate per cogliere tutte le opportunità di mercato in ambito internazionale». L’assemblea ha inoltre approvato la proposta di modifica dell’articolo 7 dello Statuto Sociale (introduzione della maggiorazione del voto di cui all’art. 127- quinquies del D. Lgs. 58/98), che prevede l’introduzione del cosiddetto “voto maggiorato” «che consente di attribuire a ciascuna azione fino a un massimo di due voti favorendo un approccio all’investimento di lungo periodo e dotando gli azionisti che intendono far parte in modo stabile della compagine sociale di un maggior peso nelle decisioni della stessa». «Il voto maggiorato spetterà alle azioni detenute da un medesimo azionista per almeno 24 mesi e per le quali dovrà essere richiesta l’iscrizione in un apposito elenco».

Dall’assemblea è stata esclusa Vivendi: in un comunicato precedente l’Assemblea, Mediaset ha infatti dichiarato di non ritenere il gruppo francese e il suo fiduciario Simon legittimati «all’esercizio dei diritti amministrativi (ivi incluso il diritto di voto) inerenti alle azioni Mediaset dagli stessi detenuti». Ai francesi è stato dunque vietato di esercitare i diritti di voto inerenti alla partecipazione Vivendi e Simon e di partecipare ai lavori assembleari. Secondo Mediaset, infatti, le azioni di Vivendi detenuti in Mediaset violano le «obbligazioni assunte da Vivendi a favore di Mediaset con il contratto stipulato l’8 aprile 2016 (il “Contratto”) avente ad oggetto, tra l’altro, la cessione di Mediaset Premium S.p.A., e «le disposizioni di cui all’art. 43 comma 11 Tusmar, come accertato da AGCom con delibera 178/17/Cons». Subito è arrivata la condanna di Vivendi: «Va contro i principi fondamentali della democrazia degli azionisti. È sia illegale che contraria agli interessi di Mediaset e, in particolare, dei suoi azionisti di minoranza». Secondo Vivendi, gli accordi presi nel 2016 su Premium e la delibera Agcom del 2017 non impedirebbero al gruppo di votare.

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