Test di eligibilità culturale, incentivi federali, dazi per riportare la produzione negli Stati Uniti: sono alcune delle indicazioni contenute nel piano di Jon Voight per rinsaldare la produzione audiovisiva statunitense, pubblicate in esclusiva da Deadline. Il piano si declina in diversi suggerimenti, che comprendono anche un test di cultura americana simile a quello usato attualmente nel Regno Unito. I nuovi incentivi dovrebbero essere migliorativi rispetto all’attuale schema attivo in California, giudicato insufficiente. Ecco le indicazioni principali:
INCENTIVI
- Nuovi incentivi federali alla produzione per film, documentari e serie tv “qualificate”. Si prevede l’incremento degli incentivi di un 5/10% se girate in aree industriali economicamente depresse (che comprendono la California). Gli incentivi si applicano a produzioni e post-produzioni svolte almeno al 75% su territorio statunitense. Gli incentivi si applicano ai contenuti prodotti per la distribuzione cinematografica, network di broadcast Usa, canali via cavo Usa, servizi streaming e piattaforme digitali.
- Rinnovo e ampliamento delle attuali disposizioni federali
- Riduzione delle aliquote delle imposte societarie al 15% per soggetti qualificati, come le produzioni AMERICANE (in maiuscolo nel testo)
DAZI: PIÙ TAX CREDIT OTTIENI, PIÙ PAGHI
- Arrivano i dazi, che si applicano sulla base di questo criterio: «se una produzione con base negli US “avrebbe potuto essere prodotta negli Usa”, ma il produttore ha scelto un Paese straniero e riceve pertanto un incentivo fiscale, a quella produzione verrà applicato un dazio pari al 120% del valore dell’incentivo ricevuto”. Secondo Voight non si tratta di una penalizzazione, ma di un passo necessario per “livellare il campo da gioco”. Sono comunque previste delle esenzioni.
- Si prevedono inoltre incenditivi e formule di tax credit per la costruzione di studios, sale cinematografiche, studi di post-produzione e formazione. E, ancora, trattati di coproduzione, per permettere alle coproduzioni con gli Usa di accedere agli incentivi federali.
COSA CAMBIA PER GLI STREAMER
Voight propone di tornare alla cosiddetta FINSYN Rule (il divieto per i network di essere proprietari degli show trasmessi) e sua parziale applicazione anche agli streamer. In ambito di accordi globali, dovrà essere pagato al produttore un premio minimo garantito pari alla percentuale del costo totale della produzione. Si tratta di un 25% per cinque anni di licenza esclusiva, 35% per sette anni, 40% per 10 anni. Dopo tale periodo il produttore detiene la licenza non-esclusiva. Nel caso di diritti non globali, produttore può cofinanziare o coprodurre con lo streamer, mantenendo per sé i diritti per i territori fuori dalla licenza.
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