L’identikit dello spettatore on demand

Gli ultimi trend su bisogni e pratiche di consumo nella nuova tv secondo EY e Discovery
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Dal 2018 a oggi il mercato degli Ott si è mosso molto rapidamente: oggi in Italia si contano 31,6 milioni di utenti che usano sia piattaforme free che pay. L’identikit dello spettatore on demand si definisce per motivazioni alla visione che in parte differiscono da quelle dello spettatore della tv lineare.

Sono alcuni dei numeri emersi nel webinar organizzato da Ce.R.T.A, La nuova tv. L’evoluzione dei bisogni e delle pratiche di consumo. I dati che documentano l’evoluzione dei consumi sono stati presentati da Silvestro Demarinis, Senior Manager di EY e Cristina Cattaneo, Head of Insight and Research di Discovery Italia.

LO SVILUPPO DEGLI OVER THE TOP

Il mercato degli Ott, ha spiegato Silvestro Demarinis, Senior Manager di EY, ha raggiunto l’80% degli utenti internet. “I cambiamenti più significativi soprattutto sulla parte pay: gli utenti in questi tre anni si sono più che raddoppiati”, ha spiegato. Inevitabile l’effetto lockdown: nel trimestre 2020 “alcune piattaforme hanno registrato performance che facevano in un anno”. L’on demand pay conta 16,4 milioni di utenti, che si traducono in 11 milioni di abbonati e circa 7 milioni di abbonati unici. Gli spettatori on demand free sono pari a 26,9 milioni. Per quanto riguarda la permanenza, il tempo di visione media sulle piattaforme vod pay è stimato in 1 ora e 40 minuti, sulle piattaforme free in 1 ora e 02 minuti. Si riscontrano differenze anche nell’uso dei device: le offerte pay vengono viste prevalentemente su smart tv (si cerca l’alta definizione, l’ottimizzazione del suono), mentre la free viene vista prevalentemente da smartphone. I trend di crescita saranno guidati anche dall’evoluzione tecnologica: secondo una ricerca globale dello scorso marzo, lo streaming diventerà anche driver di adozione del 5G. La possibilità di uno streaming più veloce, infatti, porterà gli utenti a scegliere il nuovo standard.

SPETTATORE SEMPRE PIÙ PROTAGONISTA

Il consumatore della tv on demand e quello della tv lineare sono diversi per esigenze e bisogni. A dirlo è Cristina Cattaneo, Head of Insight and Research di Discovery Italia. La ricerca messa a punto da Discovery fotografa un consumatore che sceglie l’on demand per staccare la spina, per rilassarsi, dedicarsi alle proprie passioni, scegliere qualcosa che riguarda i propri interessi e vivere un momento tutto per sé. “Emerge una dimensione più individuale alla visione e anche più attiva perché correlato propri interesse e passioni”. La voglia di relax accomuna lo spettatore on demand a quello lineare, che però ha come principali esigenze quella di avere compagnia (e quindi cerca una visione condivisa) e informarsi sui temi di attualità. “Nell’on demand non c’è una concentrazione su un bisogno particolare, ma più bisogni convivono in stessa persona e cambiano con stato d’animo e momento della giornata. La tv lineare è invece diversa, perché offre un certo tipo di contenuto a seconda delle fasce orarie, quando sa che la tv viene accesa proprio per determinate esigenze, come i tg la sera o la mattina”. “La tv on demand sembra servire delle nicchie di bisogni, una molteplicità di nicchie”, spiega Cattaneo.

ASCOLTI LINEARI VERSO UNA STABILIZZAZIONE

Secondo Cattaneo, con il proseguire delle aperture e delle campagne vaccinali si sgonfierà il boom degli ascolti dell’ultimo periodo. “Gli ascolti televisivi di maggio sono tornati ad allinearsi a quelli del 2019”. Secondo i dati, il totale ascolto tv ha visto un trend decrescenete (-2/3%) fino al 2019, per poi sperimentare un +20% con la pandemia (con picchi del +40% tra marzo-aprile): “Europei a parte, cominceremo a riprendere il trend pre-pandemia e la tv lineare tradizionale andrà a diminuire nell’ordine del -2%”, ha spiegato.

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