Le ragioni del ricorso di Vivendi

Una delibera illegittima e viziata nella forma e nella sostanza: così Vivendi giudica il testo con il quale Agcom ha imposto al gruppo di ridurre la sua partecipazione in Tim e Mediaset. Secondo i francesi, Agcom non ha predisposto alcuna consultazione pubblica prima di decidere, impedendo a Vivendi di obiettare sulla procedura e sulla definizione del perimetro delle comunicazioni elettroniche, oggetto dell’indagine. Vivendi accusa Agcom anche di aver delimitato in maniera arbitraria i confini del perimetro, includendo solo una parte di reti, beni e servizi e aumentando così la probabilità di superamento delle soglie. Il gruppo contesta anche la correttezza dell’analisi di mercato, basata su dati disponibili internamente e risalenti al 2015 invece di raccoglierli tra tutti gli operatori del settore. Si contesta anche il fatto che a Vivendi sarebbe stata imputata – all’interno del Sic – una quota di fatturato conseguita tramite Tim, cosa che non succede per Mediaset che non è attiva nel Sic, bensì le sue controllate, non sono collegate a Vivendi. Infine, l’accusa più pesante e cioè aver voluto impedire l’acquisto di una partecipazione di minoranza in una società italiana da parte di una straniera.

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