La commissione di Vigilanza ha approvato la risoluzione che dovrà impedire i conflitti di interesse tra Rai e gli agenti delle star che lavorano per il servizio pubblico (qui in allegato). «Nell’attuale assetto del mercato radiotelevisivo italiano si è venuto determinando nei rapporti tra gli agenti di spettacolo e le aziende del settore uno squilibrio a favore dei primi, che rende difficoltoso l’accesso al mercato di nuovi soggetti economici, con effetti negativi anche per artisti e autori emergenti», si legge nel testo. La risoluzione è stata votata all’unanimità dai presenti; non hanno infatti partecipato alla seduta gli esponenti Pd Roberto Ruta, Tommaso Ginoble e Salvatore Margiotta.
L’atto di indirizzo riprende testo originario depositato a luglio dal relatore Michele Anzandi, aggiungendo l’auspicio di un intervento legislativo del governo per regolare il settore tv nel suo complesso, in modo da evitare asimmetrie competitive tra la Rai e le altre emittenti. Tra i divieti più importanti, c’è quello per le società controllate o collegate ad agenti che rappresentino star di ottenere contratti di produzione; un divieto esteso anche alle società che fanno capo a un artista (come L’Officina di Fabio Fazio).
Non è stato quindi ascoltato il commento sul tema del sottosegretario MiSe Antonello Giacomelli, secondo il quale la sola via di intervento – onde evitare appunto distorsioni nel mercato – è quella della legge: «Immaginare di diversificare le regole di mercato tra la Rai e gli altri broadcaster mi pare insensato, ingiusto ed impraticabile. Temo porterebbe a soluzioni pasticciate ed equivoche. Oltretutto con l’effetto di creare più conflitti d’interesse di quelli che si punta a risolvere. Se l’obiettivo è davvero evitare conflitti d’interesse, la via maestra, e la sola, è quella della legge», aveva dichiarato.
Trovate in allegato il testo approvato dalla commissione di Vigilanza
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