Ted Sarandos è tornato a parlare di intelligenza artificiale (AI). Il co-Ceo della piattaforma Netflix non è nuovo a dichiarazioni relative all’introduzione delle nuove tecnologie nel mondo del cinema e dell’audiovisivo, ma questa volta qualcuno potrebbe storcere il naso per le sue parole.
Stando a quanto riportato da Deadline, Sarandos ha cercato di calmare le acque attorno al tema, centrale non solo nelle passate contrattazioni tra attori e produttori ma anche nelle recenti trattative sindacali di molti comparti tecnici riuniti sotto la Iatse. Il co-Ceo è però tornato ancora più indietro, sostenendo che le AI potrebbero essere un buono strumento per migliorare la qualità delle storie.
«Penso che le AI genereranno un set di strumenti creativi, un ottimo modo per aiutare i creatori a raccontare storie migliori. Non dico che il pubblico non noterà affatto queste cose, ma che la maggior parte si preoccupa di connettere con lo storytelling, a molti non importa molto neppure del budget o della tecnologia che c’è dietro al film», ha dichiarato Sarandos.
Un punto di vista destinato a far discutere e che si aggiunge alle dichiarazioni di maggio, quando Ted Sarandos aveva fatto notizia sostenendo che l’AI non ruberà mai il lavoro a qualcuno, ma che «la persona che la usa bene potrebbe però prendere il tuo posto». Il dirigente lo ha ribadito anche ora: «Se guardiamo indietro, capiamo quanto tecnologia e intrattenimento siano andati a braccetto. L’animazione non è diventata meno costosa, è migliorata passando dal disegno a mano alla Cgi».
In conclusione, per Sarandos l’intelligenza artificiale potrà dare una mano, ma non tanto per quanto riguarda l’abbattimento dei costi: «Sono sicuro che sia meglio per gli affari fare contenuti che siano il 10% migliori e non il 50% meno costosi».
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