La rappresentazione delle comunità LGBTQIA+ è un driver di ascolti tra i giovani spettatori
Representation matters. Anche e soprattutto per gli ascolti televisivi. Secondo l’ultima ricerca dell’americana Horowitz Research, dal titolo State of Media, Entertainment, and Tech: FOCUS LGBTQIA+, la rappresentazione delle comunità LGBTQIA+ in televisione è un driver per gli ascolti non solo per gli stessi rappresentanti, ma per tutta l’audience più giovane, in particolare il target 18-34 anni. Il 66% dei rispondenti e appartenenti alle comunità LGBTQIA+ dichiara di preferire guardare uno show al cui interno ci siano personaggi o storie che riguardano la cultura LGBTQIA+. Un intervistato su tre tra i 18-34enni dichiara la stessa cosa.
STREAMING IN PRIMO PIANO
La richiesta di diversity non riguarda però soltanto la cultura LGBTQIA+: il 46% degli americani tra i 18 e i 34 anni ha dichiarato di voler vedere personaggi con disabilità e/o bilingue. Tra le offerte, sono i servizi streaming a coprire maggiormente tali richieste: il 54% degli utenti streaming appartenenti alle comunità LGBTQIA+ trova importanti le raccolte e hub che includono questo tipo di contenuti. Stessa risposta per il 38% dei giovani utenti. Piattaforme come Hulu o Netflix sembrano avere la migliore selezione di contenuti in tal senso.
IL RUOLO DELLA PUBBLICITÀ
La richiesta di contenuti inclusivi riguarda anche la pubblicità: spot all’insegna della diversity ha un impatto positivo per il 71% degli utenti LGBTQIA+. Non si tratta, dunque, di favorire soltanto la rappresentazione LGBTQIA+, ma anche quella delle persone di colore o altri gruppi marginalizzati.
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