La MPA-Canada (Motion Picture Association-Canada, associazione che rappresenta realtà streaming come Disney, Netflix, Paramount, Sony, NBC Universal, Sony e WarnerBros. Discovery, insieme alle piattaforme free) ha presentato ricorso contro la CRTC – Canadian Radio-television and Telecommunications Commission e in particolare contro gli obblighi di destinare il 5% dei ricavi generati in Canada a supporto del broadcasting nazionale e, in particolare, a sostegno dell’informazione locale canadese. «Gli studios globali e i servizi streaming hanno spento oltre 6,7 miliardi di dollari l’anno nella produzione di contenuti entertainment di qualità in Canada destinati alle audience nazionali e internazionali e investito nella produzione canadese più di quanto abbiano fatto insieme CBS (la tv pubblica, ndr.) e il Canada Media Fund and Telefilm», si legge nella nota ufficiale. Secondo MPA la “streaming tax” è discriminatoria e va ben oltre quanto inteso dal Parlamento e l’autorità della CRTC. «I nostri membri (streamer, ndr.) non producono notizie locali e non godono dei significativi privilegi e protezioni legali di cui godono le emittenti canadesi in cambio della responsabilità di fornire notizie locali», si legge nella nota ufficiale.
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