Il primo ministro francese Jean-Marc Ayrault ha definitivamente detto no all’estensione del canone sulle seconde case. Una proposta messa in campo da alcuni esponenti dello stesso governo e che avrebbe portato nelle casse di France Télévisions 114mln di euro. Il servizio pubblico dovrà accontentarsi dell’aumento del canone ordinario, che sale a 129 euro: un incremento di quattro euro, di cui due per l’adeguamento all’inflazione e due come compensazione della riduzione dei fondi pubblici dal 2013. Una compensazione complessiva di 50,6mln di euro, da ripartire però su tutti i gruppi audiovisivi. La tv pubblica francese, guidata da Rémy Pflimlin, ha già predisposto il taglio di 500 posti di lavoro per compensare una riduzione del budget pari a 200mln di euro, ma potrebbe non essere abbastanza. Il deputato PS (il partito socialista francese) Jean-Marie Beffara, ha suggerito di ridurre il ricorso ai produttori esterni, cui oggi va il 50% del budget della tv pubblica. Un’ipotesi sostenuta dai sindacati, che dalle pagine de “La Tribune” hanno ricordato che il broadcaster pubblico versa 240mln di euro ai produttori senza avere diritti di proprietà sui programmi.
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