Format, tempo di fattore umano

La creator economy invade il mondo unscripted: la personalizzazione dei contenuti vince  sulla struttura dei programmi, alla ricerca di una connessione con il pubblico. Ecco le ultime novità viste attraverso la lente di The WitL’articolo completo è stato pubblicato su Tivù di maggio 2025, scarica il numero o abbonati qui   
The Brain (©M6)

Per diversi anni, Tivù ha fatto questa domanda a chi si occupa di entertainment televisivo: conta più il format o il conduttore? Per molto tempo l’Italia è sembrata andare controcorrente, facendo prevalere più il secondo rispetto al primo. Le cose sembrano essere cambiate a livello internazionale: avevamo ragione noi italiani? Nel suo immancabile e sempre atteso appuntamento con la Fresh Tv (MIP London, 23-27 febbraio), Virginia Mouseler di The Wit ha evidenziato proprio questo cambio di paradigma nel mondo dei format internazionali, che sembra una deriva della creator economy che sta ora tentando di scalzare (come dicono anche osservatori internazionali quali Evan Shapiro) la media economy. «Il creator factor» è il fil rouge delle ultime produzioni entertainment sui mercati globali. Esempio chiave, ha spiegato Mouseler, è Le Bigdil,hit della stagione secondo la ricercatrice: distribuito da Can’t Stop Media e trasmesso dalla francese RMC BFM, canale dalla media di rete del 2,1%, lo ha por tato a raggiungere punte pari al 21,8%. Le Bigdil è il reboot di un format di grande successo in onda in Francia a cavallo tra la fine degli anni 90 e l’inizio dei 2000: adattamento dell’americano Let’s Make a Deal, vede il presentatore (Vincent Lagaf, già al timone delle prime edizioni) e un personaggio virtuale (l’extraterrestre Bill) guidare i concorrenti attraverso diverse prove al termine delle quali devono decidere se mantenere quanto guadagnato o scambiarlo. A guidare il successo è proprio il ritorno di Lagaf al timone del gioco. Le Bigdil è uno «spazio sicuro», ha dichiarato Mouseler, dove il brand (il titolo) diventa una casa familiare all’audience/community, e il conduttore/autore la persona cui affidarsi.  

QUESTIONE DI VOLTI 
Quattro sono le regole individuate da Mouseler per il fattore creator, ovvero la personalizzazione dei format: franchezza, trasparenza, accessibilità e autenticità (elemento su cui anche Mouseler è sembrata avere dei dubbi, proprio perché l’autenticità è un terreno particolarmente insidioso per creator e influencer). Il creator factor prevede dunque un brand che diventa famiglia, casa, un autore che è una persona coinvolta nel racconto (a differenza, per esempio, dell’approccio dall’alto, quasi sprezzante, di MrBeast nei suoi Beast Games su Prime Video) e una comunità che diventa una famiglia. Elementi che si trovano per esempio in Thank you and goodbye (Belgio, Be-Entertainment), un home makeover in cui giovani che stanno per lasciare il nido ristrutturano la casa dei genitori per ringraziarli. Il creator viene prima del format, l’elemento umano prima della macchina, una risposta, dice Mouseler, anche al ruolo dominante che l’intelligenza artificiale sta assumendo nel dibattito audiovisivo. Il fattore umano è ben presente in tre format particolarmente forti nell’ultima stagione (agosto 2024-febbraio 2025, dati The Wit Data): The A Talks di Can’t Stop Media (interviste a personaggi famose realizzati da ragazzi e ragazze nello spettro autistico), il game The Floor di Talpa Studios e The Golden Bachelor di WBITVP (in onda in Italia su Real Time). Il “fattore umano” domina anche in Human Factor (Canada francese, produzione Pixcom, distributore Banijay Rights) dove quattro particolari critici (si tratta di persone nello spettro autistico) giudicano i piatti di famosi chef. E non c’è nulla di più umano nella risata: nel francocanadese No Kidding! (Attraction Distribution), comici e ospiti raccontano con le loro stand-up avventure ed esperienze di persone comuni.

IL MONDO DEI CREATOR 
Non è un caso che nella sua Fresh TV Mouseler abbia por tato come esempi dei creator dal mondo di TikTok e YouTube, come Hub’s Life, francese che racconta la sua vita da lavoratore regolare, dalle 9 alle 5, “format” (se così si può dire) ripreso anche dal francese Roman Geyer. La contaminazione con personaggi nati e diventati famosi sul web (da YouTube a Instagram, passando per TikTok) è sempre più for te. Anche se molti creator e molte delle nuove realtà che lavorano a produzioni all digital lamentano la “lentezza” del vecchio mondo media (troppe regole, troppe riunioni, troppi vincoli, dicono) i grandi budget fanno gola a tutti. Il tedesco Knossi è il protagonista, insieme ad altri nove influencer, di Mission Unknown: Atlantik, la navigazione dell’oceano Atlantico su due barche a vela. Lo show, distribuito da Banijay Rights, è stato trasmesso da Prime Video in Germania e su YouTube. Rientra in questo frangente anche Calleja in space, dove il presentatore Jesús Calleja ha raccontato il suo viaggio nello spazio realizzato grazie alla Blue Origin di Jeff Bezos. Il lancio è stato trasmesso in diretta su Telecinco in Spagna e su Prime Video a livello globale. Ancora creator par tecipano a Know Where to Hide (su Prime Video nei Paesi Bassi e distribuito da Signal Stream), gioco a nascondino che coinvolge nove concorrenti tra creator e celebrity in iconiche località olandesi. Ecco, diciamo anche che se nel mondo “tv”, ci sono vip e vip, lo stesso accade nell’universo social: Sointu Borg and the Show-offs (Finlandia, produttore Podzilla Studios) vede otto influencer competere per vincere un contratto con un’agenzia di talent management, sotto la supervisione della star dei social Sointu Borg. Ma è ancora più chiaro come anche questo mondo vada ad alimentare il sottobosco dei celebrity format in The Brain (Francia, M6 Format) che vede ex partecipanti dei reality e creator sfidarsi per scoprire chi tra loro è il “cervellone”: per farlo, vivranno in una sor ta di accademia, con tanto di uniforme scolastica, studiando materie quali matematica, scienze, lingua francese, storia e geografia. E, ancora, i creator contaminano anche il mondo del dating, come nello spagnolo 30 Dates in 30 Nights (distribuzione Banijay Rights), in cui un ragazzo da quasi un milione di follower par tecipa a 30 appuntamenti senza sosta.

VECCHI E NUOVI TWIST 
Celebrità sono anche protagoniste di The Box (Norvegia, distribuito da Seefood tv) in cui i 12 concorrenti vengono abbandonati all’interno di un box in una località sconosciuta e da lì dovranno impegnarsi a vincere la sfida. Ma torniamo al concetto di familiarità, elemento por tante del “fattore umano”. Come in tutte le famiglie, le dinamiche non sono mai perfette, anzi. Il titolo più for te della stagione, in questo senso, pare essere Extracted (Usa, Fox Enter tainment Global), dove 12 concorrenti devono sopravvivere in condizioni estreme, ma saranno i propri cari a decidere se farli proseguire per ottenere il premio finale, spingendoli al limite, o salvarli. Si riconosceranno cer to le dinamiche di Survivor, ma anche la spinta sulla sfida mentale di The Traitor. Ecco, dunque, che si mettono a dura prova legami e alleanze create per vincere: in The Heist: the Game of Greed (Paesi Bassi, su Videoland, distribuito da Talpa Studios), spin-off del format The Heist, sei celebrità hanno 48 ore di tempo per rubare 30mila euro in lingotti d’oro. Nel mondo del dating segue questo trend il sudafricano The Catch (produzione Dope Zuluboi): otto donne cercano l’amore, ma sei degli otto pretendenti sono in realtà solo alla ricerca di soldi e qualche avventura. Amore, soldi e posizione sociale si uniscono infine nel giapponese Love or Level Up di TBS International: ambientato in un hotel chiamato “della scelta”, una donna incontra ogni giorno un uomo diverso e dopo ogni incontro dovrà decidere se uscire (quindi, fare il check out) con lui o se salire al piano superiore, dove incontrerà qualcun altro più ricco. Non importa, dunque, quale sia la piattaforma di destinazione, nel mondo dei format – e della tv – ogni emozione è lecita. 

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