In un’intervista rilasciata sabato a ‘Il messaggero’, Riccardo Tozzi – presidente di Catleya, la casa di produzione che ha realizzato con Sky la serie ‘Gomorra’ – interviene in merito al caso giudiziario che si è sollevato nei giorni scorsi: Cattleya avrebbe subito un’estorsione da parte del clan camorrista dei Gallo, senza denunciarlo alla magistratura. Ha dichiarato al quotidiano romano Tozzi: «Certo non è una bella faccenda, ma non è stato commesso nulla di illecito e comunque non da personaggi riconducibili a noi. Nessuno alla Cattleya ha mai pensato di dare una lira fuori dal dovuto. Il sospetto, tutto da provare, è che siano stati dati 5000 euro in più dai location manager della serie. Quando il padrone della villa affittata per farne la casa del boss è stato arrestato, il contratto era già stato fatto e la prima rata pagata, ma non erano ancora iniziate le riprese. Il magistrato ci ha dato l’ok per girare, specificando che da quel momento, il contratto andava pagato all’amministrazione giudiziaria». Continua il presidente Cattleya: «I familiari del carcerato avrebbero detto: siccome quei soldi non ci arrivano più, dovete darne una parte anche a noi. A quel punto i location manager che avevano organizzato la prima parte del lavoro, Maurizio Tini e Gianluca Arcopinto, avevano già passato la mano a Matteo de Laurentiis, vista l’enorme difficoltà a lavorare su quel territorio. Per tutti e tre metterei la mano sul fuoco, parla la loro storia personale. Matteo ha detto ai familiari che aveva parlato con il magistrato e soldi non ne avrebbe dati né avremmo lasciato la casa, altrimenti sarebbe stata una pressione indebita». Per queste ragioni il Gip, Marina Cimma, parla di «comprensione per le ragioni del clan e di insofferenza verso l’azione dell’autorità giudiziaria». Risponde Tozzi: «Ma con la casa sotto sequestro e il figlio in galera, De Laurentiis dava per scontato che sapessero tutto. Il giudice esprime un giudizio di valore, che per altro condivido, ma non ravvisa nessun reato… Certo, c’è stata una sottovalutazione della vicenda. Dovevamo informarci meglio ma non c’è stata nessuna estorsione».
© RIPRODUZIONE RISERVATAIn caso di citazione si prega di citare e linkare tivubiz.it