Branded Entertainment: tv prima per investimenti

Crescono le aziende interessate. I dati del convegno Obe - Osservatorio Branded Entertainment
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La televisione è la seconda piattaforma scelta dalle aziende per progetti di Branded Entertainment, ma la prima in termini di investimenti. Sono i dati della ricerca sullo scenario del mercato italiano del Branded Entertainment (realizzata da BVA Doxa in partnership con RTI), presentata nel corso della 10° edizione dell’Obe Summit, a cura di Obe (Osservatorio Branded Entertainment).

UN MERCATO DA 619 MILIONI

Il mercato del Branded Entertainment vale 619 milioni di euro, per un incremento del 9% rispetto al 2021. Il 70% degli investitori intervistati ha dichiarato di aver aumentato gli investimenti, con buone previsioni anche per il 2023, con una prospettiva di crescita del 6%. Per il 28% delle aziende il budget destinato per questi progetti supera il 25% degli investimenti totali. Sono diverse le ragioni dietro agli investimenti: “oltre agli obiettivi più tecnici e consolidati (brand awareness 60%, brand consideration 54%, brand image 52% ecc..), emergono fortemente motivazioni più “emotive”, come la volontà di raccontare qualcosa in più, oppure di diverso, sulla marca / prodotto (indicata dal 68% degli intervistati), associarsi o sposare temi o valori specifici (53%), sorprendere, divertire e coinvolgere emotivamente il target (48%), emergere dall’affollamento pubblicitario abituale (48%), raggiungere target nuovi o difficili (34%)”.

LE PIATTAFORME

L’84% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver realizzato nel 2022 almeno un progetto di Branded Entertainment, per un incremento del 4% rispetto al 2021. I social sono la principale piattaforma (72%) seguita dalla televisione (49%). Proprio sulla televisione si concentrano i maggiori investimenti (36%). Molto sfruttati anche YouTube (41%) ed editoria online (39%), mentre diminuisce il ruolo dei canali proprietari o costruiti ad hoc (47% nel 2022 rispetto al 49% del 2021). Cresce inoltre il ricorso a influencer e creator (+13% sul 2021) per progetti di branded entertainment. In televisione, si scelgono soprattutto programmi di intrattenimento (65%), seguiti da talent o game show (25%), le fiction e le serie tv (21%), i documentari e i programmi sportivi (16%). Le aziende continuano a preferire le produzioni originali (60%), pur essendo in diminuzione negli ultimi anni (-12% rispetto al 2020). Cresce invece la brand integration all’interno di programmi e audience preesistenti: una scelta “rassicurante” che riguarda il 40% dei progetti (+12% rispetto al 2020) di cui il 69% sul mezzo televisivo.

IL RUOLO DEGLI INFLUENCER

Secondo gli intervistati, è destinato a crescere (69%) il ruolo degli influencer, “portandosi dietro nuovi strumenti di analisi anche quantitativa (73%), mentre diminuisce la percezione delle opportunità offerte dal Metaverso (-15%) considerato sempre più un fenomeno passeggero e sopravvalutato (+17%)”. Rilevante, invece, l’apporto dell’Intelligenza artificiale; i plus sono la quantità (58%) e la varietà dei progetti realizzabili (48%) e la facilità di produzione (68%). Meno rilevante, invece, la qualità (29%).

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