L’industria audiovisiva può contribuire in due modi alla salvaguardia del pianeta: con la sensibilizzazione attraverso i contenuti e adottando metodi sostenibili nella produzione. Spetta alla PGA – Producer Guild of America, la sensibilizzazione sul tema nella cornice dell’AVP Summit di Matera. A parlarne, Lydia Dean Pilcher e Katie Carpenter, produttrici e co-fondatrici della PGA Green Task Force nel corso del Panel “Production Goes Green!”, moderato da Chiara Sbarigia, presidente di Istituto Luce Cinecittà. Secondo i dati presentati, un episodio (scripted drama) da 60 minuti ha in media una carbon footprint di 77 tonnellate. Un episodio da 30′ in single camera ne genera 28, un multicamera di 18. Vale invece 13 tonnellate la carbon footprint di uno show unscripted. La maggior parte delle emissioni è imputabile all’uso di carburante. “Per noi è importante parlare di quello che facciamo; l’industria audiovisiva deve lanciare un messaggio”. Non si tratta soltanto, di incentivare produzioni più sostenibili (con soluzioni che vanno dalla riduzione dell’uso di plastica alla salvaguardia delle location in cui si spostano i set”, ma anche costruire una “letteratura green” e soprattutto creare una certificazione green, certificato da soggetti terzi, che aiuti a definire uno standard di produzione sostenibile.
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