Audiovisivo post-Covid: da dove ripartire?

La tecnologia applicata al racconto, su quale racconto focalizzarsi, l’emergere di nuove forme di distribuzione e il nodo delle assicurazioni per ripartire: sono alcuni dei temi trattati nel webinar Racconto e produzione audiovisiva nell’Italia post-Covid organizzato da Mia – Mercato internazionale dell’audiovisivo e moderato da Gaia Tridente – Head of Drama Division Mia e che ha visto la partecipazione di Nicola De Angelis (CEo & Head of International Co-productions and Development di Fabula Pictures), Giannandrea Pecorelli (Ceo di Aurora TV – Banijay Group), Giuseppe Saccà (Producer Pepito Produzioni) e Francesca Di Donna (Head of Development and Production Rodeo Drive. Di seguito, quanto emerso nel corso di un dibattito improntato sul futuro prossimo della produzione audiovisiva: su cosa concentrarsi e quali ostacoli superare per primi. TECNOLOGIA IN PRIMO PIANO (Nicola De Angelis -Fabula Pictures): La vera sfida sarà applicare agli shooting le regole previste per girare in sicurezza: più che intervenire sulla narrazione sarà importante sfruttare la tecnologia. Le ottiche e i Vfx diventeranno la chiave di volta: l’industria degli effetti speciali, finora sottovalutata, diventerà fondamentale. Un’altra sfida sarà dovuta alle ridotte opportunità di viaggio, perché si potranno combinare meno aspetti creativi di location, di regia, attori. Proprio per la difficoltà di viaggiare e di usare diverse location, temo saremo schiacciati dalla produzione americana in termini di “magnitudine” del prodotto. Tutti i partner si dovranno chiedere se sarà possibile co-produrre un tema italiano che possa essere davvero globale: se sì, come raccogliere denaro e intesse sui mercati? A questo punto, dobbiamo di per se pensare al prodotto più nostro, “grounded”, basato sul nostro territorio. Temo inoltre che per un certo periodo la realtà di questi mesi sarà off topic anche per i broadcaster, dovremo quindi inserire questo tema “sotto mentite spoglie” o pensare ad altro. NON SOTTOVALUTIAMO IL LATO PSICOLOGICO. (Giannandrea Pecorelli, Aurora Tv): Il protocollo di sicurezza dei set è al momento presso il MiBact per la sua ratificazione e riprende al 90/95% le norme generali che valgono per tutti i settori in riapertura. Le maggiori differenze riguardano “l’ultimo metro”, ovvero le soluzioni per chi (come attori o trucco) non può lavorare mantenendo la distanza di sicurezza e tenendo la mascherina. A oggi (Pecorelli fa parte della commissione paritetica di Anica, ndr.) sono favorite le produzioni che si possono gestire in teatro, dove è più facile applicare i protocolli. In vista della ripartenza delle riprese de Il paradiso delle signore (il 30 giugno) nei nostri Videa Studio Televisivi, stiamo lavorando a pareti mobili, che renderanno maggiore il distanziamento nelle riprese. Voglio però ribadire che nessuna produzione si è interrotta per Covid-19, ovvero per malattia, ma per disposizioni governative. C’è da affrontare poi un problema psicologico, di precarietà e incertezza, che si riflette anche sul business: per la prima volta il problema non è stato tanto capire se la gente volesse andare al cinema, ma se le sale fossero aperte. UN ACCELERATORE DEL CAMBIAMENTO (Giuseppe Saccà, Pepito Produzioni): Questo virus è un grande acceleratore, che cambierà i modelli industriali, di business e probabilmente anche il modo di raccontare le storie. Sono uno strenuo difensore della sala quindi è stato uno shock pensare che Favolacce (che sarebbe dovuto uscire il 16 aprile) non sarebbe potuto approdare nella sua sede naturale. Ma ci siamo resi conto che le storie appartengono al pubblico e con l’aumento della domanda di audiovisivo ci è sembrato naturale “liberare il prodotto”. Il bilancio è stato positivo: credo che il film sia arrivato a un pubblico che forse non lo avrebbe visto in sala, dove comunque Favolacce uscirà. Credo ci sia stata una accelerazione industriale di distribuzione e che lo stesso avverrà dal punto di vista del contenuto: ci sono storie che sono invecchiate di colpo e abbiamo dovuto cercarne di altre. Quelle che hanno una necessità profonda di essere raccontate sopravviveranno al Covid-19 e troveranno forma per essere raccontate. NUOVE NECESSITÀ DI RACCONTO ( Francesca Di Donna, Rodeo Drive): Sicuramente dobbiamo vedere questo momento come una opportunità. Dobbiamo domandarci cosa vorrà vedere il nostro pubblico tra un anno o intercettare contenuti più potenti e fruibili anche a livello internazionale. È come se si fossero abbattute delle barriere, perché è una situazione che è stata vissuta da tutti, quindi abbiamo a che fare con temi “necessari” da raccontare, universali e sempre inseriti all’interno di un genere. Il nodo assicurazioni (Pecorelli): Per il momento il ministero ha escluso il fondo statale di garanzia, destinando al settore una cifra di 3/400mln di fondi straordinari, che però non vanno a coprire l’assicurazione. Potrebbe esserci invece la possibilità di un tax credit straordinario. La questione è che siamo ancora in fase pandemica, il cui rischio è difficile da coprire. Tutti i set che si riaprono ora sono di serie già partite precedentemente, quindi assicurate, anche se mancano valori parametrati a rischi Covid e il rischio maggiore è una nuova interruzione delle riprese. Finché c’è la pandemia sarà difficile valutarne il rischio a livello pandemico: cosa potrebbe succedere se si interrompessero di colpo decine di produzioni?
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