Palinsesti prudenti, dazi già influenti

L’editoriale del numero di SETTEMBRE 2025 di Tivù

È una stagione all’insegna della prudenza, tattica o imposta, quella che si profila scorrendo i palinsesti annunciati per il prossimo autunno inverno. A rispondere all’appello, con relativo evento di presentazione, sono i soliti Rai e Mediaset con annessa La7, ancora in via di definitiva compilazione – ma rappresentati con delle anticipazioni su questo nostro speciale – WBD e Sky, nonché i maggiori streamer.

La sensazione è quella di una Mediaset che si è resa conto di dover rivedere, seppur con i tempi e i modi di un broadcaster commerciale, i connotati della propria offerta, e di una Rai che sembra averla scampata, in alcuni casi forse più per demerito dei competitor che per merito proprio. Tuttavia, la situazione si fa sempre più complessa: la tv di flusso continua a difendersi in Italia meglio che altrove, pur se continua a perdere dei decimali che tenta di recuperare attraverso un’offerta digital per molti versi competitiva. Anche le anticipazioni degli streamer vanno ormai nella direzione di un panorama consolidato (nel senso che non si registrano al momento significative fughe in avanti, ma – va detto – neanche arretramenti, se non negli investimenti in original locali), un panorama che sembra non aver risentito dell’avvento degli spot e che viaggia adesso verso un allargamento del consenso pubblicitario: inserzionisti e rilevazioni di ascolti permettendo.

La sensazione generale è che non si siano create grandi aspettative su quello che si vedrà in autunno. Si sente la mancanza di mosse azzardate e di scelte che in qualche modo possano regalare pepe alla competizione stagionale, creando attenzione anche nella platea. “Era già tutto previsto”, canterebbe Riccardo Cocciante… Dall’altra parte la prudenza è comprensibile, con le concessionarie che devono fare i conti con un parco inserzionisti inevitabilmente provato dall’avvento reale o paventato dei dazi, e che continuano quindi a operare in un contesto economico a dir poco incerto.

Pertanto, al netto dei dazi trumpiani sull’export delle produzioni internazionali in Usa, è indubbio che delle ricadute indirette sull’audiovisivo tali provvedimenti commerciali abbiano già iniziato a produrli prima ancora della loro reale attivazione; bisognerà stabilire solo quale sarà alla fine la loro reale portata e come si riverbererà sugli investimenti adv, ma questo lo scopriremo solo vivendo.

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