Come sempre nei 21 anni dalla fondazione di Tivù, questo numero della rivista è dedicato ai programmi, all’offerta di palinsesti che broadcaster e Ott intendono mettere a disposizione a partire dal prossimo autunno per la stagione 2024-2025. Ma ancora di più che negli altri anni, stavolta a farsi strada è la consapevolezza che mai come in questa fase storica il mercato televisivo, la pubblicità sia diventata “the queen”, tanto quanto, seppur in forma differente, del celeberrimo “content is king”. E lo è diventata così tanto da stupire che i vari competitor non si contendano i leader strategici delle concessionarie così come si disputano i talent protagonisti dei programmi.
Infatti, l’annuncio che Rai Pubblicità abbia chiuso i primi sei mesi dell’anno con un +13% e che Publitalia abbia totalizzato un +14% a giugno e luglio, per non parlare di una Discovery Media che da gennaio a maggio si è regalata un encomiabile +20,2%, a fronte di una televisione che si assesta nel suo complesso no a maggio intorno a +4% in base ai dati Nielsen (cfr. articolo da pag. 56), dimostra che probabilmente chi ha venduto i break agli inserzionisti all’interno dei programmi abbia fatto addirittura meglio di chi quei contenuti li ha approntati. Questo alla luce del fatto che, come riporta Studio Frasi (nell’articolo da pag. 52), nel giorno medio Rai nel suo complesso, da ottobre 2023 a giugno 2024, ha perso il 4,67% (-4,88% le generaliste, -3,63% le digitali), invece Mediaset in totale ha lasciato sul terreno solo lo 0,49% (-1,05% le generaliste, + 0,86 le digitali), eccezion fatta per WarnerBros. Discovery che in totale ha veleggiato grazie a un +13,76% a favore (dati ascolto consolidati a 28 giorni, ndr.).
Come dire? In linea di massima, quindi, le concessionarie sono state più competitive e aggressive delle direzioni editoriali, il che è a dir poco vitale se si intendono trovare le risorse per i palinsesti a venire e per continuare a presidiare un mercato di cui sempre più player, e segnatamente gli Ott, aspirano ad aggiudicarsene una fetta. Dopo di che, questo autunno potrebbe rivelarsi – e ce lo si augura vivamente – la stagione della resa dei conti nel conteggio delle audience, con Auditel che pare arrivata al miglio decisivo per cooptare gli Ott nella rilevazione Audicom. Anche se a fronte di quei broadcaster che si oppongono acché le loro audience siano accomunate a quelle delle piattaforme in Auditel, c’è chi invece la ritiene una battaglia di retroguardia visto che proprio i broadcaster avrebbero invece – dati alla mano – tutto da guadagnare. Chi la spunterà? Lo scopriremo solo vivendo…
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