YouTube è la nuova tv? C’è chi dice no

Thinkbox, l’associazione britannica che rappresenta e promuove la pubblicità televisiva in UK, propone una lettura alternativa alla recente analisi di Ofcom
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Ofcom avrà anche dichiarato che YouTube ha conquistato gli spettatori britannici, diventando la prima destinazione televisiva domestica per i più giovani, ma c’è chi dissente da questa lettura. Si tratta di Thinkbox, l’organismo che l’associazione britannica che rappresenta e promuove la pubblicità televisiva in UK (gli azionisti sono Channel 4, ITV, Sky Media e UkTv, ma ne sono membri anche realtà come Netflix, Disney+, WBD e Prime Video). In un post su Linkedin la Ceo Lindsey Clay ha voluto fare qualche precisazione, destinata a un particolare pubblico, quello degli inserzionisti pubblicitari:

«La tv rappresenta l’85% del tempo pubblicitario audiovisivi, YouTube è all’11,1%. Ofcom si focalizza sulla quantità di visualizzazioni, dice, ma è importante sapere come questo si traduce in visualizzazioni degli annunci pubblicitari. Il 25% degli spettatori più assidui (heavy viewer) di YouTube vale circa il 90% delle visualizzazioni».

NDR: Thinkbox ha reso nota la sua posizione anche in occasione di un simile annuncio da parte di YouTube: ora l’argomentazione è stata aggiornata con  nuovi dati. 

TELEVISIONE, TELEVISORE, VIDEO
Clay tende a sottolineare che il restante 75% della popolazione britannica guarda YouTube per circa cinque minuti al giorno. Insomma, dice la rappresentante di Thinkbox: «YouTube non è televisione». «La televisione è una forma di contenuto video di qualità e affidabile. YouTube è una piattaforma dove chiunque può caricare qualunque cosa. Quindi no, YouTube non è tv. Ma la tv è sempre più su YouTube, trovando i suoi spettatori ovunque essi siano». Guardare YouTube, quindi vuol dire tante cose: vedere contenuti di creator sul televisore di casa o vedere i contenuti degli editori dalla piattaforma (e su tv di casa). Non tutto, dunque, è televisione. «Forse», continua nel post, «questa distinzione non è così importante per gli spettatori, ma lo è per gli inserzionisti. La televisione è prodotta a livello professionale, brand-safe, misurata costantemente; i suoi contenuti (spot compresi) sono preselezionati, le pubblicità non vengono addebitate se non trasmesse completamente. È un mondo diverso».

IL RUOLO DEL CONTENUTO EDITORIALE
E poi ci sono i numeri: il ROI Medio (sulla tv britannica) è pari a 5,61 sterline contro 3,86. Anche se aggiunge: «È ragionevole aspettarsi ritorni simili per i contenuti TV visti via YouTube». «Nessuno mette in dubbio che YouTube meriti uno spazio nei piani, specialmente per i più giovani, ma la televisione resta il posto più potente in termini culturali, commerciali e creativi in un brand possa essere. Il medium per la nazione».

SU TIVÚ L’ANALISI DI THINKBOX 
La slide pubblicata nel post di Lindsey Clay è leggibile anche su Tivù di aprile 2025, nell’approfondimento dedicato al tema della rilevazione degli ascolti (Chi ha paura dell’Sdk?). L’analisi di Thinkbox si trova a pag. 48.

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