Tv italiana: unica e in trasformazione

Al Senato l’evento Multipolarità. Televisione e streaming verso il mercato maturo, dedicato all’Annuario della TV
Un momento dell'evento “Multipolarità. Televisione e streaming verso il mercato maturo”

L’inizio del 2025 ha visto 20,7 milioni di tv connesse in Italia, per un incremento di 2,4 milioni di apparecchi sull’anno precedente. È uno dei dati forniti oggi, presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, nel corso dell’evento “Multipolarità. Televisione e streaming verso il mercato maturo”, dedicato all’Annuario della televisione di CeRTA, su iniziativa di Assocomunicatori e con il patrocinio di AGCOM. L’Italia si conferma un unicum a livello internazionale, con un tempo di visione media giornaliero di 3 ore e 24 minuti, il valore più alto tra i principali mercati internazionali, ma è un Paese che vive comunque le sue evoluzioni. Sul piano dell’offerta e delle formule distributive la tv italiana è stabile, resiliente e diversificata. Ma è un’offerta che si declina anche sulle piattaforme digitali, il cui apporto in termini di consumi è pienamente conteggiato nello standard di misurazione Total Audience. Nel 2024, infatti, il contributo dei consumi digitali è stato infatti del 3,8% sul Totale TV Riconosciuto.

TV RESILIENTE 
«La resilienza della TV grazie alla crescita del consumo in streaming e alla misurazione della Total Audience, si conferma, anche quest’anno, come un elemento costante del nostro sistema nazionale. Nel complesso, nelle ultime tre annualità, il dato di consumo medio di Tv in Italia si attesta stabilmente sugli 8,8 milioni di spettatori nell’intero giorno, ovvero nelle 24 ore», ha dichiarato Massimo Scaglioni, Direttore del CeRTA. «Negli ultimi mesi i consumi televisivi e quelli digitali sono entrati in una fase di maturità con i tempi di fruizione che rimangono pressoché costanti mentre si rilevano i primi segnali di riequilibrio generazionale delle diete mediatiche e di riduzione del digital divide», ha inoltre commentato Fabrizio Angelini, ad di Sensemakers. La quota di tempo dedicato allo schermo televisivo (incluse le tv connesse) si attesta al 68% per la popolazione con almeno 18 anni di età. Considerando sempre l’intera popolazione 18+, gli small screen hanno totalizzato, nel 2024, un tempo di visione medio pari a 2 ore e 3 minuti, in crescita del 4% sul 2023. In termini di reach giornaliera, sono pressoché equivalenti le quote di spettatori maggiorenni che guardano contenuti televisivi esclusivamente su small screen (30%) o, in alternativa, solo su Tv Screen (29%), mentre il 41% degli italiani utilizza entrambe le tipologie di device.

AFFRONTARE LA TRASFORMAZIONE 
«È in atto una rivoluzione antropologica che bisogna affrontare e comprendere per intervenire con normative adeguate a disciplinare un mondo come quello digitale, che va regolato. Occorre, inoltre, parlare di sovranità del singolo rispetto ai propri dati, educando gli individui alla consapevolezza», ha dichiarato Barbara Floridia, Presidente della Commissione di Vigilanza. Giacomo Lasorella, presidente di Agcom, che ha ribadito il ruolo dell’Autorità sul mercato: «La funzione del regolatore resta quella di garantire un equilibrio del mercato, senza indebiti vantaggi o rendite di posizione. Infine, occorre una alfabetizzazione digitale, quale elemento chiave per una maggiore consapevolezza dei cittadini rispetto al mondo digitale».

IL RUOLO DELLE AUDI 
In un mercato in trasformazione, dove la componente digital assume un ruolo sempre più strategico, la rilevazione è fondamentale. Questo il senso dell’intervento di Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente Auditel: «Le sfide che affrontiamo sono molteplici. La prima consiste nella comprensione del contesto attuale, assicurando un ambiente competitivo caratterizzato da concorrenza e trasparenza. In tal senso, le ricerche rivestono un’importanza fondamentale. La salute del mercato dipende proprio dalla terzietà e dall’imparzialità delle indagini condotte. L’ulteriore sfida è quella di misurare l’impatto della pubblicità su tutti i device per non creare una distorsione del sistema. Dobbiamo tutti lavorare in questa direzione». Tema condiviso anche da Marco Travaglia, qui nelle vesti di presidente di UPA (egli è anche presidente di Audicom): «È in atto una video convergenza. In questo senso è utile discutere sulle prospettive della comunicazione pubblicitaria. Il tema della misurazione è cruciale per garantire un utilizzo efficiente ed efficace delle risorse degli investitori. I prossimi passi saranno focalizzati sull’analisi dei contenuti pubblicitari. Oggi ancora non abbiamo risposte alle seguenti domande: quante persone hanno visto il medesimo spot, per quante volte e chi sono sul piano sociodemografico».

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