Televisione e on demand: le 7 previsioni per il 2024

La società di ricerca K7 Media presenta i trend che caratterizzeranno il nuovo anno
Lana è l'intelligenza artificiale che "conduce" Too Hot To Handle su Netflix. Secondo K7Media i reality potranno via via fare a meno del presentatore (©Netflix)

K7 Media, società di ricerca di origine britannica, ha pubblicato le sue 7 previsioni per il 2024, ovvero i trend che caratterizzeranno il nuovo anno del mercato della televisione, dell’on demand e dell’intrattenimento globale. Eccole:

  1. Maggiore apertura e collaborazione tra gli streamer. Svod e broadcaster rafforzeranno i rapporti lavorando su modelli di release dei contenuti ibridi, per esempio combinando la messa in onda lineare degli Original locali con boxset via streaming. Addirittura, la collaborazione tra questi due protagonisti del mercato potrebbe completamente cambiare rispetto a 10 anni fa, con i broadcaster pronti a cedere in licenza i propri programmi più vecchi agli streamer e questi ultimi pronti a condividere i propri titoli.
  2. Il ritorno dei talent show. The Masked Singer, X Factor, Dancing with the Star: i talent show continueranno a essere oggetto di ricercar spasmodica da parte di tutti i protagonisti. Si assisterà a ritorni di format storici (quest’anno, per esempio, torna dopo cinque anni su Telecinco Dancing With the Stars), ma si cercano anche nuovi titoli che possano attrarre un’audience più giovane. A questa ricerca partecipano anche gli streamer (Prime Video ha lanciato Operazione trionfo).
  3. Nuovi sceneggiatori: una necessità, non un rischio. Anche se in linea generale si avverta una scarsa propensione al rischio, per K7 Media sarà necessario innestare nuove voci nel mondo scripted, così da coinvolgere il pubblico più giovane e per spiccare in un mercato sempre più affollato.
  4. La fine dei presentatori nei reality. No, i reality non finiranno, ma qualcosa è destinato a scomparire: il conduttore. Questo si vedrà soprattutto nelle produzioni Vod: se un contenuto è disponibile a livello globale, un nome forte per questo o l’altro Paese viene meno. Basti pensare all’AI usata in Too Hot Too Handle di Netflix (Lana) o le anonime guardie di Squid Game: the Challenge (Netflix).
  5. IP: corsa ai fumetti digital dell’Asia. Attenzione alle produzioni fumettistiche, e in particolari digitali, che provengono dal Giappone (manga), Cina (manhua) e Corea (webtoon): queste sono destinate a diventare il nuovo “oggetto di culto” tra le IP. «Invece di aspettare che i broadcaster asiatici adattino un webtoon per valutarne il potenziale, prevediamo che molte più realtà occidentali vadano direttamente alla fonte opzionando (o commissionando) direttamente queste digital comic strips, da soli o tramite coproduzioni con l’Asia».
  6. L’interscambio tra Scripted e Unscripted. Dopo 07 Road to a Million (Prime Video) e Squid Game: The Challenge (Netflix), K7 prevede ulteriori progetti unscripted dedicati a titoli scripted: «Anche se di budget superiore a quelli di un game show standard, saranno comunque più economici dell’equivalente produzione drama». Altri esempi? Mamma Mia! I Have a Dream su Itv1 e il dating Is there Still Sex in the City? di Bunim/Murray.
  7. Video verticali più lunghi. Conosciuto per le sue clip, TikTok ha dato vita a Creativy Program, un progetto in versione beta che paga i creator per produrre video originali in alta qualità più lunghi di un minuto. A marzo è stata introdotta la feature Series: che permette di creare una playlisti di video fino a 20 minuti. Questo, dunque, potrebbe dare vita a ulteriori format, prodotti anche dai broadcaster e destinati alla piattaforma social. Sembra, però, che i rivali di TikTok non siano al momento interessati a questa sperimentazione.
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