Studio Frasi analizza la stagione tv 2024/2025

Il lento declino delle audience, la fuga della GenZ, il ruolo strategico dell’on demand per i broadcaster storici: solo analizzando – e prendendo coscienza – di come è andata la stagione 2024/2025 si può davvero provare a ripensare la nuova L’articolo e l’analisi integrale sono stati pubblicati su Tivù di settembre 2025, scarica il numero o abbonati qui
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Report a cura di Francesco Siliato e Clelia Pallotta/ Studio Frasi*

Le elaborazioni dello Studio Frasi sui dati Auditel della stagione televisiva 2024-25, durata ben 259 giorni, mostrano conferme e novità con i pubblici che forniscono chiare indicazioni ai broadcaster per progettare palinsesti e controprogrammazioni. Una conferma riguarda lo slittamento lento delle audience. Una decrescita che non comporta rivoluzioni, ma costringe gli editori a una progettualità diversa dall’immaginare di poter vivere di rendita. Il peso dei diciotto broadcaster e dei 121 canali monitorati da Auditel nominati come “riconosciuti” è ancora 4,5 volte superiore al resto dell’offerta televisiva e sono ancora loro che compongono la lista delle reti da cui iniziare la selezione per decidere cosa guardare, a quali programmi prestare attenzione. Ma non c’è da sedersi sugli allori, in prima serata (20:30-22:30) l’audience media scende per la prima volta sotto i venti milioni a causa di un calo d’ascolto dell’1,6%. In media, quindi, ci sono state 326mila perso ne in meno a seguire i broadcaster Auditel. A questo slittamento non corrisponde una crescita dei broadcaster non monitorati da Auditel, da Net­ix a Disney+, né ad un uso alternativo del televisore. La crescita del comparto “non riconosciuto” è infatti di appena 45mila persone in prime time e di 20mila nella media dell’intera giornata. […]

LA GENERAZIONE Z 
[…] Se andiamo ad elaborare i dati della Generazione Z (16-30 anni nel 2025) i valori cambiano, radicalmente. In una sola stagione il loro consumo di televisione tradizionale è diminuito del 10% nell’intera giornata e del 6,9% in prime time (20:30-22:30). Ed è sceso del 2% nel giorno medio anche l’uso alternativo del televisore per seguire piattaforme streaming o giocare con le game consolle. È dal televisore che si vanno allontanando, ma non in parti uguali, rispetto agli editori. […]

LA TOTAL AUDIENCE
[…] Nella media dell’intera stagione 2024-25 il valore degli ascolti prodotti in prima serata nei 28 giorni successivi alla messa in onda supera il mezzo milione (532k) con una crescita del 9,5% sulla stagione precedente. Valore e quota di crescita varia da editore ad editore; in prime time il valore più elevato lo registra la Rai (205mila spettatori in differita, il 38% del totale), mentre nel giorno medio il primato va a Sky con una media di 68mila individui, il 33% del totale visioni in differita. In valore assoluto sono i programmi della prima rete Rai a produrre la maggior quantità di ascolti in differita. In percentuale, invece, il canale con i programmi più visti in differita è Sky Atlantic, a riprova che è la ­fiction a ­fidelizzare di più i propri pubblici e a spingerli a vedere le serie preferite nel proprio prime time più che in quello stabilito dal broadcaster.

LE ALTRE RETI
Per quanto riguarda gli ascolti complessivi delle altre reti la gerarchia del giorno medio vede nell’ordine Tv8, Nove e Real Time; in prima serata però Nove e Tv8 si scambiano di posizione. Ma mentre Tv8 cresce (+6%), Nove registra un lieve calo (-0,4%), lieve sì, ma che sottolinea una mancata crescita che invece era molto attesa in virtù dell’acquisizione di Amadeus e che non ha ottenuto i risultati sperati. Come per Canale 5, anche per Nove il problema è probabilmente una percezione dei pubblici lontana dal reale. A proposito invece di reti e discipline sportive che aumentano pubblici e appassionati, va sottolineato come la crescita più elevata sia legata al tennis. Supertennis registra il +37% in prime time e il +34% nel giorno medio, anche se si tratta comunque di ascolti piuttosto piccoli e share inferiori all’1%. […] La prossima stagione non può che partire dall’analisi di questi dati: saranno necessarie sia conferme che mutazioni anche radicali e, se si vogliono migliorare davvero le proprie performance, investimenti in innovazione di prodotto, innovazione creativa oltre ad una puntuale percezione dell’evoluzione dei gusti dei pubblici, dei propri target in relazione con gli eventi dominanti e i redditi familiari. Le reti tradizionali saranno infatti chiamate a nuovi confronti e nuove s­de perché, come è nella logica delle cose che evolvono, molti dei canali sinora a pagamento diventeranno gratuiti entrando nella competizione diretta degli ascolti free, incrementando i pubblici e competendo nel mercato pubblicitario in modo diretto.
(*Elaborazioni Studio Frasi su dati Auditel™)

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