Il churn, ovvero il tasso di cancellazione, dei servizi streaming video negli Usa è pari al 47%. Lo rivela l’ultimo studio della società di ricerca americana Parks Associates, dal titolo Video Services: Shifting Demand.
Sono diverse le ragioni alla base della disdetta degli abbonamenti, ma la principale (con una quota pari al 29%) sarebbe dettata da ragioni di risparmio. Ci sono poi altre motivazioni, come l’aver finito di vedere il programma di interesse, non riuscire a trovare nulla da vedere, la fine delle promozioni e l’aumento dei prezzi, così come la mancanza di tempo. Alcuni avrebbero deciso di cancellarsi anche a causa delle misure contro la condivisione degli account.
«L’attenzione dei consumatori al prezzo e ai contenuti evidenzia il ruolo centrale del loro valore nel processo decisionale. Quando mancano contenuti di alta qualità, il churn diventa inevitabile e questo rende la diversità di contenuti una pietra miliare per una crescita profittevole, insieme alle considerazioni sul prezzo», spiegano i ricercatori.
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Ragioni per la disdetta degli abbonamenti OTT (famiglie US dotate di connessione internet che hanno cancellato almeno un servizio OTT) ©Parks Associates
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