Streaming al bivio in UK

I servizi Svod crescono in Gran Bretagna, ma i consumatori sono sempre più consapevoli e infedeli. Il ruolo (apprezzato) del servizio pubblico
Media Nation 2025, il rapporto Ofcom sui consumi mediali nel Regno Unito

Il nuovo rapporto pubblicato da Ofcom il 30 luglio 2025, Media Nations 2025, offre uno spaccato dettagliato sulle trasformazioni in atto nelle abitudini mediali del Regno Unito. Tra streaming in crescita, consumo consapevole e resistenza dei media tradizionali, emerge un panorama ibrido che mescola innovazione digitale e attaccamento alle piattaforme storiche. Nel 2024, la spesa dei consumatori per tv, video digitale e cinema ha sfiorato i 19 miliardi di sterline, a conferma che lo streaming è ormai una componente fondamentale del settore mediale. Di questa cifra, ben 12 miliardi sono stati destinati a pay-tv, Svod (subscription video-on-demand), video digitali e biglietti del cinema.

Tuttavia, la fedeltà agli abbonamenti non è scontata. Le piattaforme in abbonamento stanno affrontando un’ondata di disdette e downgrade: il 6% degli utenti ha abbandonato Amazon Prime, il 4% Netflix e un altro 4% Disney+ solo negli ultimi tre mesi. Le motivazioni principali? Prezzi troppo alti o utilizzo non sufficiente a giustificarli. Per esempio, il 35% degli ex abbonati ad Amazon Prime ha dichiarato di non usarlo abbastanza, mentre il 37% degli ex utenti di Disney+ ha parlato di costi insostenibili. Dopo una crescita vertiginosa, l’adozione delle piattaforme Svod ha raggiunto un plateau: nel primo trimestre del 2025, il 68% delle famiglie britanniche possedeva almeno un abbonamento, lo stesso dato del 2021. Netflix resta il leader assoluto, rappresentando quasi la metà del tempo totale dedicato ai servizi on-demand, con una media di 22 minuti al giorno per spettatore.

Media Nations 2025 – Ofcom

Nonostante la stagnazione nell’espansione, le piattaforme Svod continuano a essere la prima scelta quando si accende la tv: il 27% dei bambini dai 4 ai 15 anni sceglie un servizio on-demand, contro il 26% che opta per un canale lineare e il 20% che apre un’app di video-sharing, principalmente YouTube. Tra i 16-34enni, il 30% seleziona per prima una piattaforma on-demand, a pari merito con i canali lineari. Secondo il rapporto, tre delle cinque attività mediali più diffuse sono ora svolte prevalentemente online. Guardare video on demand e usare i social media sono le più popolari, con una copertura mensile dell’85% e 84% rispettivamente. Seguono l’ascolto della radio in diretta (68%), la visione della TV lineare (67%) e la musica in streaming (62%).

Il Public Service Media Tracker 2024 rivela che circa sette spettatori su dieci si dichiarano soddisfatti dei broadcaster di servizio pubblico (PSB). BBC, ITV, Channel 4 e Channel 5 vengono apprezzati soprattutto per l’ampia varietà di programmi, la qualità della produzione locale e la capacità di coinvolgere pubblici eterogenei. Il 71% degli intervistati ha inoltre sottolineato l’importanza di avere servizi catch-up, on-demand e in streaming da parte delle emittenti pubbliche, un dato che sale al 78% tra i ceti con reddito più alto. Una conferma della necessità, per i PSB, di evolversi per restare rilevanti in un ecosistema sempre più dominato dalle piattaforme globali.

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