Servono risorse, formazione e protezione delle IP per lo sviluppo dell’IA

Un rapporto di BFI – British Film Institute propone nove raccomandazioni per lo sviluppo dell’IA nell’industria audiovisiva. Ma oggi oltre 130mila contenuti protetti sono usati per l’addestramento dell’intelligenza artificiale
AI in the Screen Sector: Perspectives and Paths Forward (BFI-Costar)

Sarebbero oltre 130mila tra sceneggiature cinematografiche e televisive (tutto materiale protetto da copyright) a essere stato usato nell’addestramento di modelli di IA generativa senza pagamento o permesso di chi ne detiene i diritti. E l’uso corretto di materiale protetto da copyright è uno dei passaggi fondamentali per lo sviluppo etico dell’intelligenza artificiale nel settore dell’audiovisivo britannico. Questa è una delle nove raccomandazioni contenute in AI in the Screen Sector: Perspectives and Paths Forward, rapporto firmato da BFI – British Film Institute e Costar Universities Goldsmiths, che vuole essere una roadmap per un uso «etico, sostenibile e inclusivo» dell’intelligenza artificiale nel settore audiovisivo britannico. Altri temi riguardano la salvaguardia del controllo creativo umano, il timore per i posti di lavoro e gli investimenti in formazione, così come il consumo di energia e le emissioni di carbonio. È possibile contenere i rischi dell’IA per il mondo del lavoro, ma anche per l’ambiente, così come sfruttarla per lo sviluppo del settore, solo a patto di creare regole e strumenti di gestione. Ecco le nove raccomandazioni; l’intero rapporto è disponibile a questo link.

  1. Porre il Regno Unito in una posizione di leadership mondiale nel mercato delle licenze di proprietà intellettuale. L’attuale paradigma di addestramento (nel quale i modelli di IA sono sviluppati con l’uso non autorizzato di materiale protetto da copyright) sono una minaccia diretta alle fondamenta economiche dell’audiovisivo britannico. Servono, dunque, nuovi standard e tecnologie, che vadano a integrare l’attuale sistema, andando a formalizzare gli accordi di licensing di IP e sviluppando partnership tra sviluppatori e detentori di diritti
  2. Inserire linee guida data-driven per ridurre al minimo l’impatto dell’IA sulle emissioni di carbonio. La trasparenza sugli effetti dell’uso dell’IA in termini di emissioni di carbonio e consumi di energia è fondamentale. Serve, anche in questo caso, una regolamentazione.
  3. Sostenere collaborazioni cross-disciplinari per produrre prodotti IA etici e preferiti dal mercato. Troppi tool e modelli di IA sono sviluppati senza input sufficienti da parte del settore audiovisivo, il che conduce a funzionalità e output che poco di adattano ai flussi di lavoro e generano rischi di omogeneizzazione culturale e sviste etiche. Da più parti si richiede un approccio inclusivo allo sviluppo dell’IA: BFI propone dunque di unire le forze tra le capacità IA e le ricerche umanistiche.
  4. Intelligence di livello mondiale per supportare le strategie dell’industria creativa. Il mancato accesso a studi, trend, analisi del rischio sull’IA inibiscono le potenzialità di sviluppo. A questo proposito, BFI ha proposto di creare un osservatorio e un hub tecnico per venire incontro a questa necessità.
  5. Sviluppare il settore così da costruire skill complementari. Oggi, spiega il rapporto, l’educazione sull’IA è più “informale” che “formale”, il che significa che molti lavoratori non hanno accesso agli strumenti che permetterebbero loro di sviluppare le skill necessarie.
  6. Trasparenza pubblica: portare il pubblico a una maggiore comprensione dell’uso dell’IA nei contenuti audiovisivi. Secondo alcune ricerche, l’86% dei britannici è a favore di maggiore chiarezza nel conoscere l’uso dell’IA nella produzione media, una richiesta che proviene anche dagli stakeholder dell’industria. Esperimenti ce ne sono (come quelli di BBC), ma serve, appunto, una maggiore apertura
  7. Potenziare il settore della produzione di contenuti digitali del Regno Unito per adattarlo e farlo crescere. Ancora una volta, servono risorse per la ricerca e lo sviluppo, la cooperazione e la crescita degli investimenti
  8. Sbloccare gli investimenti per sviluppare il potenziale del settore creativo-tecnologico. Non solo servono investimenti (come ha dichiarato dalla Camera dei Lord, c’è un problema di scalabilità della tecnologia, con accesso limitato ai capitali), ma anche un problema di infrastrutture fisiche. Il supporto deve essere accessibile
  9. Creazione indipendente: Dare ai creativi britannici la possibilità di sviluppare una creatività indipendente supportata dall’IA. A questo proposito viene ricordato come investimenti strategici stiano potenziando lo sviluppo della creatività, come accaduto con Charismatic, consorzio sostenuto da Channel 4 o la crescita di studios come Wonder, che ha raccolto un finanziamento da 2,2 milioni di sterline. Investire in tool scalabili, formazione e finanziamento al settore creativo può consentire lo sviluppo etico di questa tecnologia.
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