Scarlett Johansson contro OpenAI

Scarlett Johansson (Photo by Paul Morigi/Getty Images)

L’attrice ha accusato la società di aver usato contro il suo consenso una voce sin troppo simile alla sua. Il commento del sindacato SAG-AFTRA

I timori della SAG-AFTRA sull’uso e abuso dell’intelligenza artificiale nell’industria audiovisiva e in particolare “contro” i professionisti umani paiono essere diventati realtà. E ad accusare è un’attrice del calibro di Scarlett Johansson. La protagonista di Lost In Translation, Match Point e del Marvel Cinematic Universe (Black Widow) ha accusato OpenAI di aver usato una voce fin troppo simile alla sua in Sky, nuovo chatbot GPT-40. Quella di Johansson (o presunta tale) sarebbe solo una delle voci a disposizione del sistema.

Nella dichiarazione rilasciata a Variety, Johansson spiega che l’uscita del nuovo sistema con una voce che fin troppo ricorda quella dell’attrice è arrivata proprio a ridosso del suo rifiuto di collaborare con OpenAI. L’attrice aveva infatti negato la richiesta del gruppo di cedere la sua voce per il chatbot GPT-4.0 per ragioni personali. La voce presente nella chatbot, invece, ricorda fin troppo quella di Johansson in Her, film di Spike Jonze nel 2013, in cui l’attrice prestava la voce all’intelligenza artificiale di cui si innamora il protagonista. OpenAI ha dichiarato di aver sospeso l’uso di Sky voice, sostenendo però che la voce in questione appartiene a un’attrice professionista.

Sul tema è intervenuto anche SAG-AFTRA, il sindacato egli attori, ringraziando Johansson per aver parlato pubblicamente: «Condividiamo le preoccupazioni di Ms Johansson e la supportiamo pianamente il suo diritto a chiarezza e trasparenza in merito all’uso della sua voce nello sviluppo dell’applicazione Sky di Chat GPT-4.0», si legge nella nota ufficiale. «I membri SAG-AFTRA sono tra le persone di maggior talento – e spesso le più riconosciute – del pianeta. Ecco perché caldeggiamo una legislazione federale che protegga le loro voci e sembianze – come quelle di tutti – da repliche digitali non autorizzate. Ci fa piacere che Open AI abbia risposto a tali preoccupazioni e sospeso l’uso di Sky e non vediamo l’ora di lavorare con loro e altri rappresentati dell’industria per sancire protezioni resilienti e trasparenti per tuti noi».

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